In Evidenza ENISiriaUSA
EDITORIALIGiuseppe ConteGoverno Conte IParlamento europeoUnione europea

Right or wrong my premier

13 Febbraio 2019 - 01:39 Enrico Mentana
Il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt ha definito il presidente del Consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini. Questo non si può accettare, è un'offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato

Ciascuno di noi può pensare quello che vuole, il meglio o il peggio, di chi ci governa o ci ha governato. Ma in un Paese a democrazia rappresentativa, come il nostro, gli eletti del popolo votano la fiducia a un Governo, legittimandolo a operare in nome del Paese. E chi guida un governo della Repubblica italiana rappresenta la nostra nazione, è il volto dell'Italia, la sua voce. Sempre, in democrazia. Anche se – poniamo – fosse l'ultima persona che avremmo scelto, anche se le sue idee fossero le più distanti dalle nostre.

Ieri invece il leader dei liberali europei, Guy Verhofstadt, parlando nell'aula del Parlamento europeo a Strasburgo, e avendo di fronte proprio lui, Conte, ha definito il presidente del consiglio italiano «un burattino», mosso dai vicepremier Di Maio e Salvini. Questo non si può accettare, è un'offesa a tutti noi, a chi ha votato per le forze che poi hanno sottoscritto il contratto di governo, a chi ha votato per i loro avversari, e anche a chi non ha votato.

Tocca ripeterlo: si può avere anche l'opinione peggiore possibile del premier, del governo, dei vicepremier e dei ministri. Ma sono al governo perché espressione diretta di due forze politiche che hanno vinto libere elezioni. Rappresentano con piena legittimità il nostro Paese, e oltretutto lui, il premier, come tutti i suoi predecessori ha ottenuto il mandato di formare questo governo dal presidente della Repubblica, non dalla Spectre o dall'Internazionale sovranista.

Piuttosto, l'autore di quell'offesa, e di altre pronunciate davanti all'Europarlamento contro l'Italia e i suoi rappresentanti, è per caso lo stesso Guy Verhofstadt che due anni fa annunciò solennemente la nascita di un'alleanza liberale per l'Unione Europea proprio con il M5s, salvo rinunciarvi precipitosamente quando i suoi gli spiegarono che si sarebbe giocato tutto se fosse andato a cercar nuove glorie europee a braccetto di Beppe Grillo? Non è che ancora sta cercando di redimersi per far dimenticare quella alleanza?

Articoli di EDITORIALI più letti