I paramilitari dei Gilet gialli e l’arrampicata sugli specchi di Chalençon. Di Maio? Archivia la pratica

L’esponente dei Gilet gialli, Christophe Chalençon, afferma durante una registrazione nascosta della troupe di «Piazzapulita» che ci sono dei paramilitari pronti ad intervenire per la causa

L'intervista di Alessandra Buccini a Christophe Chalençon, esponente dei Gilet Gialli, mostra la versione entusiasta del rappresentante del movimento francese per l'incontro con il vicepremier italiano Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Grazie alla presenza di una telecamera nascosta, infatti, la troupe di Piazzapulita è riuscita a registrare delle dichiarazioni private di Chalençon in cui afferma che il loro movimento è appoggiato anche da paramilitari pronti a intervenire in caso uno di loro venisse «colpito».

Io so che rischio molto, posso prendermi una palottola in testa in qualsiasi momento., ma me ne fotto. andrò in fondo a quello in cui credo, perché se mi ficcano una pallottola nella testa il popolo… Macron finirebbe sotto la ghigliottina. Oggi siamo arrivati a un tale livello di scontro che se mi colpiscono cade anche Macron perché il popolo irrompe nell'Eliseo e distrugge tutto, lui, sua moglie e tutta la cricca. Siamo in tanti così, se ne colpisci uno… abbiamo delle persone… dei paramilitari pronti a intervenire perché anche loro vogliono far cadere il governo. Oggi è tutto calmo, ma siamo sull'orlo della guerra civile, quindi si trovino delle soluzioni politiche molto rapidamente perché dietro ci sono delle persone pronte a intervenire da ovunque.

Alessandra Buccini domanda a Christophe Chalençon: «Ma veramente? Dei Militari?» ottenendo come risposta un chiaro ed evidente: «Si, dei paramilitari, delle persone che si sono ritirate dall'esercito e che sono contro il potere». La risposta viene ritenuta «inquietante» dall'inviata di Piazzapulita, Christophe, di suo, concorda, ma ritiene che non ci rendiamo conto che Macron «avrebbe paura».

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Il 15 febbraio 2019, a seguito della puntata andata in onda su La7 e della registrazione arrivata anche in Francia, Christophe Chalençon ha risposto via Facebook con un comunicato stampa dove afferma di non aver mai invocato un colpo di Stato, di aver evocato i paramilitari solo in merito ai rischi crescenti di violenza e che questi non fanno parte del suo gruppo. Ritiene, inoltre, di non essere in possesso di un linguaggio «tecnico» e che le sue parole possono essere mal interpretate.

I paramilitari dei Gilet gialli e l'arrampicata sugli specchi di Chalençon. Di Maio? Archivia la pratica foto 3

Il comunicato diChalençon

Secondo la sua versione, non avrebbe mai invocato un colpo di Stato, ma avrebbe evocato i paramilitari per i rischi crescenti di violenza. Ma non sarebbero gruppi a cui lui appartiene. Lui, a quanto riferisce, è contrario alla violenza, Non ha un vocabolario tecnico, dice, e si esprime con parole che possono essere travisate. Così, Chalençon, denuncia la manipolazione di cui si sente vittima e si riserva il diritto di intraprendere azioni giudiziarie contro chi lo attacca in merito a quanto avvenuto,

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Nel comunicato afferma di essere contro la violenza, ma si contraddice nell'intervista rilasciata alle telecamere di Piazzapulita, dove ritiene normale e non contesta affatto l'attacco al Ministero per i rapporti con il Parlamento: «Era un assalto, un normale assalto». Non solo, perché oltre ad approvare l'atto di violenza afferma che questo potrebbe essere un esempio da prendere per «imbracciare le armi», mimando con le mani un fucile.

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Non bisogna dimenticare l'appello video di Christophe Chalençon, pubblicato sulla sua pagina Facebook il 23 dicembre 2018, dove affermava che i «militari» devono entrare in azione per ristabilire la vera democrazia in Francia. Intervento che è stato trasmesso nel servizio di Piazzapulita prima del video ripreso con la telecamera nascosta.

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Questa mattina, 15 febbraio, il vicepremier Luigi Di Maio – a seguito a quanto raccontato da Piazzapulita – archivia la pratica affermando che il Movimento 5 Stelle non dialogherà con chi invoca la lotta armata.

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev