Vajont, Mattarella «Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale»

«Gli sforzi compiuti nelle diverse conferenze internazionali sono ancora insufficienti», ha detto il capo dello Stato in visita a Belluno per la cerimonia commemorativa delle vittime dell’alluvione 

«Gli sforzi compiuti nelle diverse conferenze internazionali che si sono succedute hanno, sin qui, conseguito risultati significativi ma parziali e ancora insufficienti. Siamo sull'orlo di una crisi climatica globale per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale». Sono le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella in visita a Belluno per la cerimonia commemorativa delle vittime dell'alluvione del Vajont dell'ottobre 1963.


«Questo è il il senso – ha aggiunto il presidente della Repubblica – della sollecitazione sottoscritta, nell'autunno scorso, da alcuni capi di Stato europei». «Sentire parlare della desertificazione di ampie fasce delle terre africane o dei violenti tifoni nei Caraibi, sulla costa occidentale degli Stati Uniti o in Asia – ha commentato Mattarella – appariva qualcosa di remoto, che non ci riguardava».


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L'omaggio ai caduti del Vajont

Prima della cerimonia, il presidente della Repubblica è andato a Fortogna, vicino a Longarone, per rendere omaggio nel cimitero monumentale ai duemila morti della tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963.

Mattarella ha incontrato i superstiti, i parenti delle vittime e i volontari della protezione civile e, dopo aver deposto una corona di fiori, ha osservato un momento di silenzio insieme al presidente della Regione Luca Zaia e al sindaco di Longarone, Roberto Padrin.

Poi, è seguita la preghiera del vescovo di Belluno Feltre, monsignor Renato Marangoni, che ha ricordato il disastroso evento del 1963 e ha invocato «coraggio e speranza per chi è scampato a quella tragedia».

Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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