#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all’ambiente

Con l’incentivo di ricevere like su Instagram, gli utenti postano foto di un luogo prima e dopo la pulizia. Il risultato finale? Strade, fiumi e spiagge ripulite grazie all’iniziativa personale e al fenomeno della viralità ai tempi della generazione «mi piace»

Mentre l’eco delle manifestazioni di Fridays for future si propaga ancora nelle piazze del mondo, c’è un’altra protesta per l’ambiente che è diventata virale sui social network. Non si tratta di un’altra stupida “sfida” che mette a rischio la sicurezza, come la #Kikichallenge che, l’estate scorsa, ha causato non pochi incidenti alle persone che si filmavano scendendo da un’auto in movimento. Non è nemmeno una prova di narcisismo (o consapevolezza) in stile #10yearchallenge, per ricordare chi eravamo dieci anni fa.


#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all'ambiente foto 5 San Pietroburgo, Russia


La #Trashtag challenge è un invito a postare due fotografie dello stesso luogo, prima e dopo aver raccolto la spazzatura. L’incentivo è ricevere like su Instagram, il risultato è una genuina iniziativa personale a ripulire quegli angoli di mondo dove si è accumulata immondizia.

#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all'ambiente foto 2Bali, Indonesia

Gli stessi social network che hanno fatto rimbalzare in decine di Paesi il messaggio della sedicenne svedese Greta Thunberg, adesso rilanciano un nuovo messaggio, iconico, di ragazzi per troppo tempo descritti come bamboccioni. La generazione mi piace, a colpi di hashtag e di follow, sa creare rete: non solo per idolatrare la Ferragni di turno, ma anche per scendere nelle piazze virtuali e svegliare le coscienze degli utenti su un tema caldo quanto il cambiamento climatico.

#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all'ambiente foto 4 New York, Stati Uniti

Sette miliardi di persone, ogni anno, producono 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi. Il record di spazzatura generata lo detiene Hong Kong, con 14 mila tonnellate di rifiuti solidi al giorno. Poi c’è l’enorme isola di plastica fluttuante nel Pacifico grande quanto una Nazione e altri dati sconcertanti.

#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all'ambiente foto 1Santo Domingo, Repubblica Dominicana

La #Trashtag challenge è partita grazie a Byron Román, 53enne (non proprio un adolescente) di Phoenix, Arizona. Rastrello, buona volontà e «una nuova sfida per tutti i ragazzi annoiati. Fate una foto a un’area che ha bisogno di pulizia o manutenzione. Dopo, scattate un’altra foto dopo aver fatto qualcosa per migliorare la situazione», ha scritto l’americano in un post che ha raggiunto quasi 350 mila condivisioni su Facebook.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10156466235064055&set=a.10150601078734055&type=3&theater

Non è la prima volta che una challenge per i social nasce con un buon fine: ricordiamo tutti l’estate del 2014, quando migliaia di persone si gettavano secchi pieni di ghiaccio per incoraggiare donazioni per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica. La moda dell’#IceBucketChallenge è servita a raccogliere circa 2 milioni e mezzo di dollari per la causa. Raggiunse una certa diffusione anche l’#Insideoutchallenge, sfida che incoraggiava le persone a usare il make-up per “indossare” le proprie malattie mentali, condividerle per diffonderne la conoscenza.

#Trashtag Challenge: quando i social network fanno bene all'ambiente foto 3Katmanud, Nepal

E in Italia? Se sui vari social, nel mondo, la #Trashtag challenge supera il milione di post e condivisioni, non ha ancora preso piede nel nostro Paese. Come tutte le novità e anche un po’ le mode, recepiamo in ritardo anche gli appelli virtuali. Ma ci arriveremo, visto che cercando gli hashtag #spazzatura e #immondizia i risultati abbondano…