Scontri tra ciclisti e poliziotti durante la Critical Mass di Torino: 15 fermati e 4 denunciati

Quindici identificati e quattro denunciati: questo il bilancio della manifestazione ciclistica di resistenza urbana nel centro di Torino

Scontri nel centro di Torino per una manifestazione in difesa del diritto “alla pedalata”: è quanto accaduto nella serata di mercoledì 20 marzo, tra corso Vittorio Emanuele e corso Re Umberto I, nell’area del centro storico del capoluogo piemontese. Tutto nasce da una pedalata di resistenza urbana: si chiamano Critical mass e sono dei raduni di ciclisti che si muovono per la città per rivendicare il diritto di esistenza, che secondo i promotori verrebbe ogni giorno negato e messo in pericolo nelle strade delle grandi capitali italiane e mondiali. 


La ricostruzione della polizia

Secondo la polizia i manifestanti avrebbero bloccato il traffico tra le due con un girotondo proprio all’incrocia fra corso Vittorio Emanuele e corso Re Umberto I: gli agenti sarebbero intervenuti per richiedere i documenti e in quel momento sarebbero stati attaccati dai manifestanti: il fatto troverebbe riscontro anche in alcuni commenti presenti su Facebook.


Ieri sera io stavo tornando a casa col 61, bloccato dal traffico davanti alla Gran Madre. Il corteo dei ciclisti appena arrivato ha incominciato a girare intorno al pullman, poi hanno iniziato a tirare pugni sulle fiancate e sui vetri. Infine, sempre girandoci attorno e colpendo il pullman fermo, hanno iniziato a urlare stile sioux, come negli attacchi alle carovane nei film western. La carica della polizia sarà stata sicuramente sbagliata, ma il comportamento dei manifestanti nei confronti di utenti, fra cui anziani e donne, non mi sembra del tutto ineccepibile.

La ricostruzione dei manifestanti

Ben diversa la posizione dei partecipanti alla pedalata, che sostengono che i fatti si siano svolti in maniera molto diversa. Gli organizzatori, in un comunicato, scrivono che tutto sarebbe iniziato dopo che due agenti della polizia avrebbero rincorso un ciclista per poi afferrarlo e scaraventarlo giù dalla bici. In seguito – secondo gli organizzatori – lo avrebbero manganellato, creando quindi un iniziale blocco al corteo. I ragazzi accorsi in aiuto sarebbero stati a loro volta circondati e caricati dagli agenti. Alcuni manifestanti hanno raccontato quanto accaduto su Facebook: 

Le reazioni politiche

Non si sono fatte attendere le reazioni di condanna del gesto da parte di politici locali, dal Movimento Cinque Stelle a LeU. Valentina Sganga, capogruppo del Movimento 5 Stelle del comune di Torino, ha scritto:

«Quanto accaduto questa sera nel corso del Critical mass in Corso Vittorio è sconcertante. Proviamo estrema preoccupazione per tutti quei cittadini che, intenti a pedalare in gruppo per incentivare l’uso della bicicletta e rendere la mobilità urbana più sostenibile, si sono trovati in un’escalation di tensione e violenza. Ribadiamo sempre che la legalità deve essere rispettata da tutti, ma la repressione ingiustificata che abbiamo visto questa sera non può che rendere doverosa una profonda riflessione sulla gestione dell’ordine pubblico attualmente presente nella città di Torino».

Anche Marco Grimaldi, consigliere regionale del Piemonte dal 2014 e presidente del gruppo LeU, ha commentato il caso su Facebook: 

«Una carica ingiustificata non è mai accettabile. E pensare che dopo “l’apericelere” di piazza Santa Giulia pensavo di aver già visto troppo. Quando si comincia a salire sui pullman con gli scudi, mettere i ragazzi fuori dalle scuole con la faccia al muro e caricare i ciclisti che fanno le “critical mass”, si entra davvero nella fase II. È tempo di darsi una regolata. La città e le sue istituzioni devono iniziare a dire basta. Torino non è questo». 

Il bilancio dello scontro

La questura di Torino fermato 15 persone e ne ha denunciate 4, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.  Tra questi figurerebbero diverse figure legate ai centri sociali di Torino, in particolar modo collegati agli attivisti del centro sociale Askatasuna, del Barrocchio e dell’ex Asilo occupato.