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Il bus dirottato e la cittadinanza ad Adam. Rami: «Anche lui ha chiamato il 112, la merita»

23 Marzo 2019 - 09:57 Redazione
«Ha aiutato anche lui», continua a ripetere Rami, il 13enne autore della telefonata che ha consentito ai 51 ragazzi di salvarsi, a cui Salvini ha promesso la cittadinanza italiana. «Sarebbe una bella cosa anche per Adam», dice la madre. «Mio figlio è nato a Crema ma non è italiano - sono le parole del padre - L’Italia è il Paese di questi ragazzini a prescindere dal coraggio»

La chiedono i suoigenitori e icompagni di scuola la cittadinanza italiana per Adam, il ragazzo nato a Crema da genitori marocchini che era sull'autobus dirottato da Ousseynou Sy. Ma soprattutto la chiede Rami,il 13ennecheha chiamato i soccorsi mettendoin salvo i 50 ragazzi con lui, a cui il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha promesso di concedere la cittadinanza.

Il bus dirottato e la cittadinanza ad Adam. Rami: «Anche lui ha chiamato il 112, la merita» foto 1

Rami Shehata

«Dopo quello che ho fatto me la merito – scherza con Open il giovane Rami -, ma dovrebbe averla anche il mio compagno Adam perchéha chiamato i soccorsi anche lui». E così, per ogni intervista che negli ultimi giorni lo vede protagonista, non smette mai di ripeterlo, di ricordare come è andata, quasi a voler sostenerela causa del compagno di scuola, causa che li accomuna entrambi.

L'invitoa richiamare l'attenzione sul caso di Adame l'appello aconcedere anche a luila cittadinanza per le stesse ragioni, arriva anche dai suoi genitori.«Sono contenta per Rami, non chiedo la cittadinanza per me e per la mia famiglia – ha detto sua madre -ma se venisse data anche ad Adamsarebbe una bella cosa per lui». «La merita – sostiene sua madre -, non sono io a dirlo. Lo dicono le registrazioni, le telefonate di mio figlio al 112».

Messo da parte l'appello, i genitori del piccolo Adamrestano comunque convinti che tutti gli studenti su quel bus, a loro modo, abbiamo contribuito a salvarsi e a salvare il prossimo:«Ibambini sono tutti eroi, sono tutti stati bravi. C'è stata una bella collaborazione tra tutti loro». La donna ha raccontato di aver ricevuto diverse chiamate dal figlio che era riuscito a tenere lo smartphone con sée a non consegnarlo all'aguzzino come hanno fatto quasi tutti gli altri giovani studenti. In particolare, una di queste telefonate ha consentito alle forze dell'ordine di meglio geolocalizzare il pullman: «Mio figlio è riuscito a indicarci il posto preciso, mi ha detto: "mamma siamo davanti al ristorante La fabbrica dei sapori».

Pochi giorni prima anche il padre di Adam, avendo la possibilità di parlare ai media, ha chiarito che secondo lui, a prescindere dal gesto più o meno coraggioso, tutti i figli di seconda generazione meritano di essere cittadini italiani.«L’Italia è il Paese di questi ragazzini a prescindere dal fatto che abbiano avuto coraggio – aveva detto-. Mio figlio è nato a Crema ma non è italiano», aveva rimarcato sottolineando di non comprendere ilcontrosenso.

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