Il cambiamento climatico è servito: fra 50 anni tavole più vuote

L’aumento delle temperature cambierà il modo in cui ci alimentiamo e quanto paghiamo per farlo: vino, frutta e cioccolato potrebbero iniziare a sparire

Il WWF avverte: inquinamento e spreco energetico ci riguarderanno sempre più da vicino, cambiando la qualità, la quantità e la varietà del cibo che mangeremo. Nel dibattito sulle cause ed effetti del cambiamento climatico partiamo spesso da molto lontano – dallo scioglimento dei ghiacci, dall’espansione dei deserti. Ma i problemi del nostro pianeta hanno risvolti a noi molto più vicini.


La carenza d’acqua e le temperature in rialzo hanno già provocato un calo nelle colture di riso, mais e grano. Per il 2050 la produzione di mais potrebbe diminuire del 50%, quella del grano del 20%. Considerando che il mais è alla base dell’alimentazione della maggior parte degli animali da allevamento, meno mais significherebbe anche meno carne per tutti (e a prezzi molto più alti).


Nemmeno la frutta è risparmiata dall’innalzamento delle temperature. I ciliegi hanno bisogno di temperature basse regolari per fruttare: meno notti gelide, meno impollinazioni – ma anche un’ondata di gelo fuori stagione può compromettere un intero raccolto. Lo stesso discorso vale per l’uva da vino: temperature troppo alte compromettono i processi di maturazione delle vigne, mettendone a rischio l’85% in tutto il mondo.

Australia e California saranno i paesi più colpiti – per il 2050 rispettivamente il 73% e il 70% dei due territori diventerà inadatto a crescere uva da vino. La rarità del vino buono (e di conseguenza anche il prezzo) aumenterà notevolmente, anche se si può trovare una nota positiva: alte temperature aumentano i livelli di zucchero nell’uva, che quindi può produrre un vino a contenuto alcolico più elevato.

L’acidificazione degli oceani, causato dall’aumento dei livello di anidride carbonica (di cui un quarto finisce nelle nostre acque) rende meno resistenti le corazze delle ostriche, non permette ai pesci di migrare in tempo e causando invece migrazioni coatte di creature come aragoste e astici, che possono compromettere interi habitat.   

Cambiamenti di temperature e scarsità d’acqua pesano anche sulla produzione del caffè: aumentano le specie invasive e le malattie della pianta. A seguito del riscaldamento globale l’Africa intera potrebbe essere impossibilitata a crescere il caffè – la produzione si sposterebbe sempre di più dall’America Latina all’Asia, a costi più alti per quantità più esigue. La stessa sorte toccherà al cioccolato: con meno acqua e più caldo l’albero del cacao rende molto meno.

Oggi, in occasione dell’Earth Hour 2019, verranno “spenti” i monumenti di città in tutto il mondo, per richiamare l’attenzione sui pericoli ai quali andiamo incontro se non troviamo una soluzione al nostro impatto sul clima di questo pianeta.

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