Aggressioni omofobe a Ragusa, gli undici del branco erano minorenni

Agli undici è stato notificato un avviso di conclusione indagini per lesioni aggravate dall’omofobia

Francesco Tommasi era stato aggredito e picchiato da un branco lo scorso 14 dicembre, nel ragusano, mentre stava andando nel negozio di parrucchieri dove lavorava. Il giovane, 20 anni, si è sentito urlare «frocio, frocio» da un gruppo di persone che, dopo avergli chiesto lo smartphone, e aver ricevuto il suo rifiuto, hanno iniziato a malmenarlo con calci e pugni.


Ora c’è una svolta nelle indagini, coordinate dalla Procura per i minorenni di Catania. Secondo quanto trapela dalla squadra mobile di Ragusa e il commissariato di Vittoria, Comune del Ragusano, le undici persone che hanno agito in branco e che sono indagate per l’aggressione omofoba, sono tutti minorenni.


In quella occasione, Tommasi era stato soccorso da un pizzaiolo che lo aveva fatto entrare nel suo locale. Dopo essere andato al pronto soccorso e aver raccontato tutto ai genitori, era partita subito la denuncia: «È stato un brutto momento ma questa violenza gratuita deve finire e spero che gli altri facciano come me», aveva dichiarato la vittima.

Ma non si tratta dell’unico episodio. Il branco sarebbe coinvolto anche in un’altra aggressione omofoba: gli indagati hanno seguito la vittima provocandola, con insulti, spinte e poi colpita con calci e pugni, interrotti dall’arrivo di un passante.

I minorenni sarebbero stati identificati grazie alle immagini acquisite dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Alcuni degli indagati, anche su pressioni avute dai genitori, hanno ammesso in lacrime le loro responsabilità davanti al magistrato. Agli undici è stato notificato un avviso di conclusione indagini per lesioni aggravate dall’omofobia. Tra gli indagati figurano anche altri due maggiorenni. 

Solidarietà era arrivata da tutta la comunità che, tramite l’Arcigay locale, aveva organizzato un flashmob contro l’omofobia: «Servono azioni decise, atte a migliorare il territorio», aveva ribadito il presidente dell’Arcigay Igor Marco Garofalo, «Ragusa è sempre stata terra di accoglienza e di inclusione. L’omofobia non è un concetto astratto, è una brutta belva che molti pensano lontana, quasi inesistente ma invece è fra noi. Che si insinua tra le persone, che si nutre del silenzio generale».

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