Nuovo studio italiano con cellule di cordone ombelicale per combattere le malattie dell’invecchiamento

La ricerca condotta da un team italiano si basa sulla trasfusione di cellule del cordone ombelicale per capire come preservare la lunghezza dei telomeri, deputati alla protezione dei cromosomi, dandoci nuovi spunti per la lotta alle malattie della Terza età

Lo studio sulle cellule di cordone ombelicale impiantate pubblicato su Biology of blood and marrow transplantation ​​​​​​lo scorso 29 marzo è un ulteriore passo avanti nella ricerca sul ruolo dei telomeri, nell’invecchiamento cellulare e in alcune patologie a esso correlate. Il team è tutto italiano, composto dai ricercatori del Gruppo italiano trapianto di midollo osseo (Gitmo) capitanato da Corrado Tarella, direttore della divisione di ematologia dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo).


I telomeri svolgono un importante ruolo nella preservazione dell’informazione genetica, ad esempio impedendo che due cromosomi si fondano accidentalmente. Nei soggetti che hanno beneficiato del trapianto sono risultati più lunghi rispetto ai coetanei sani, regola che vale in special modo nelle donne, per via dell’azione degli ormoni femminili.


I 36 pazienti quarantenni oggetto dello studio sono stati sottoposti alla trasfusione di cellule di cordone ombelicale (quindi estremamente giovani), in questo modo è stato possibile fare osservazioni sui meccanismi molecolari alla base della conservazione dei telomeri.

Normalmente si parla di trapianto di midollo osseo, allo scopo di sostituire le cellule malate con quelle staminali sane. Più precisamente avviene una trasfusione di «cellule staminali emopoietiche», queste hanno la capacità di evolversi man mano che si riproducono, assumendo la forma di diversi componenti del sangue, come globuli bianchi, rossi e piastrine. Tuttavia è possibile trovare questo genere di cellule anche nel sangue del cordone ombelicale. Può essere quindi trasfuso nel sangue periferico (quello che scorre in vene e arterie), mediante l’utilizzo di appositi farmaci.

Nuove strategie contro le malattie correlate alla vecchiaia

Oltre alle varie strategie anti-invecchiamento – a cui è associato un progressivo accorciamento dei telomeri – l’interesse maggiore ricade sulle opportunità che si apriranno dal punto di vista del trattamento di malattie correlate all’invecchiamento, come cancro e diabete. Il segreto sta tutto nei telomeri e nella loro lunghezza, come spiega all’Ansa lo stesso Tarella:

Anche a distanza di alcuni anni, abbiamo trovato telomeri significativamente più lunghi rispetto ai soggetti sani della stessa età. In qualche modo, con l’artificio del trapianto, si è riusciti a ringiovanire le cellule che popolano il sangue e che penetrano anche nei tessuti.

Nei soggetti femminili i risultati sono stati più significativi, grazie all’azione degli estrogeni, ormoni femminili che devono aver giocato un ruolo nel conservare una maggiore lunghezza dei telomeri, correlati alla durata della vita, tanto che da anni sono i marcatori eccellenti delle malattie legate alla vecchiaia, ragione per cui si pensa di studiare dei trattamenti ormonali per proteggerli.

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