Terzo calo consecutivo, la fiducia di famiglie e imprese ad aprile tocca i minimi dal 2017

L’indice elaborato dall’Istat è una fotografia dell’economia reale. In Italia le persone spendono meno soldi e le imprese rivedono i piani di produzione, un segnale negativo per la crescita 

Per il terzo mese consecutivo la fiducia dei consumatori e delle imprese registra un calo: un segnale che l'economia quotidiana delle famiglie e delle aziende va male. Con una sola eccezione: il settore delle costruzioni non faceva registrare un simile sentimento positivo da 12 anni.


Dall'Istat, istituto che elabora mensilmente questi dati, scrivono che nel mese di aprile 2019 «i risultati delle indagini sulla fiducia delle imprese confermano la debolezza dell'attuale fase ciclica, pur lasciando intravedere qualche segnale positivo nei servizi e nelle costruzioni, dove migliorano le aspettative sugli ordini e la domanda». Ma lo scenario, complessivamente, resta incerto


Cos'è la fiducia dei consumatori e delle imprese

L'indice di fiducia dei consumatori e delle imprese è un indicatore sintetico che calcola, su base statistica, la propensione agli investimenti, alla spese correnti e particolari, ai risparmi e ad altri fattori simbolici dell'economia quotidiana di famiglie e aziende. Sono un ottimo indicatore per valutare lo stato di salute di un Paese considerando quella che viene definita "economia reale".

Famiglie

L'indice del clima di fiducia dei consumatori passa da 111,2 a 110,5. Quali sono i risvolti? «Il calo riflette il deterioramento di tutte le sue componenti: il clima economico, personale e corrente registrano le flessioni più marcate mentre una diminuzione più contenuta si registra per il clima futuro». Più pesante l'andamento del sentimento economico generale e della percezione del bilancio personale di ogni individuo. Più lieve il calo sulla fiducia per il clima futuro.

Imprese

Per quanto riguarda le aziende italiane e le Pmi, la fiducia diminuisce in generale in quasi tutti i settori, ma con intensità diverse. La flessione è più lieve per quanto riguarda la manifattura, dove l'indice passa da 100,8 a 100,6, mentre nei servizi risulta più consistente (da 100,1 a 99,0). Il settore del commercio al dettaglio subisce il calo maggiore, passando da 105,3 a 101,4. L'unica eccezione è il settore delle costruzioni, mai così bene da aprile 2007 (è passato da 140,3 a 141,2).

«Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nella manifattura si rileva un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione unitamente a una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino. Nelle costruzioni la dinamica positiva dell’indice riflette il miglioramento dei giudizi sul livello degli ordini», scrive l'istituto.

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