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Crescono le stime sul Pil. L’economista Reichlin: «L’Italia come un treno? Non sarei così ottimista» – L’intervista

30 Aprile 2019 - 15:32 OPEN
La docente di economia alla London Business School dice che una stima di crescita che si attesta attorno allo zero non può essere considerata una conquista per l'Italia: «Considerando che abbiamo avuto la peggiore esperienza di crisi economica dopo la Grecia, per respirare dovremmo crescere ben sopra l'1%».

+0,2%: l'ultima stima sulPil pubblicata dall'Istatoggi 30 aprilee relativa al primo trimestre 2019 sancisce l'uscita dell'Italia dalla recessione. «Andiamo avanti come un treno verso il cambiamento», ha detto il vicepremier Cinque StelleLuigi Di Maio riferendosi alle nuove percentuali. Secondo l'economista Lucrezia Reichlin, però, le cose non sono così semplici.

Reichlin insegna economia alla Business School di Londra. Autrice dinumerosi testied editoriali dedicati all'approfondimento economico, nel 2015 ha pubblicato il libro La Spending Review: un bilancio(IBL, 2015) con l'ex commissario alla spending reviewCarlo Cottarellie Nicola Rossi.

«Attaccarsi ai numeri del trimestre mi sembra che non abbia nessun senso», ha commentato a Open la docente. «Siamo pur sempre intorno allo zero. Considerando che abbiamo avuto la peggiore esperienza di crisi economica dopo la Grecia, per respirare dovremmo crescere ben sopra l'1%».

Nonostante quel "+" che potrebbe sembrare risolutivo dopo gli ultimi tre cali del Pil registrati tra la fine del2018 e l'inizio del 2019, la situazione non ci anticipa nulla di concreto. «Ogni tanto siamo sopra lo zeroogni tanto siamo sotto. A parte i dati volatili e mai definitivi dei trimestri, possiamo parlare al massimo di un'uscita dalla recessione tecnica, non certo dalla recessione vera e propria».

A cosa è dovuto l'aumento

«L'aumento trimestrale può essere per qualsiasi cosa», commenta Reichlin. «A tirarci su è stata la produzione industriale di gennaio, uscita a marzo. Una produzione positiva che ha riguardato sia l'Italia che la Francia».

«Poi qualcosa è dovuto anche all'andamento della produzione in Germania, che comunque presenta dati ancora ballerini dal punto di vista delle costruzioni», specifica.

Se si guardano ai dati sulle variabili delle produzioni e delle costruzioni, si vede un miglioramento in tutta Europa. Nonostante l'Italia sia arrivata a un punto dalla Germania in quanto a stime di crescita, per poter parlare di ripresa l'economia italiana avrebbe bisogno di assestarsi su altre cifre.

Le prospettive

«I dati ci dicono che abbiamo una crescita molto bassa», ha aggiunto l'economista. «L'importante è guardare alla media della performance, e se guardiamo alla media non sarei così ottimista».

Dopo un buon 2017, il 2018 è stato, secondoReichlin, molto al di sotto delle aspettative. «Di Maio parla di "andare come dei treni", ma con Renzi eravamo attorno allo 0,4% e di certo nemmeno allorac'era da cantare vittoria».

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