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Violenze di Casal Bruciato, Casapound scarica il militante del «ti stupro»

09 Maggio 2019 - 16:21 Redazione
La Digos di Roma ha identificato i primi responsabili delle minacce nei confronti della famiglia Rom assegnataria di un alloggio popolare. A breve il fascicolo in procura

Arrivano i primi denunciati – ma non ancora iscritti al registro degli indagati – per le proteste (condite da minacce) avvenute nei giorni scorsi a Casal Bruciato, alla periferia di Roma, contro l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia Rom.

Secondo quanto si è appreso, tra le persone che la Digos, guidata da Giampiero Lionetti, si prepara a denunciare ci sarebbe anche Daniele Ciano, il militante di estrema destra che ha urlato la frase «Ti stupro» al passaggio della signora Senada Omerovic con in braccio la figlia piccola. Identificati e denunciati anche gli autori di insulti razzisti nei confronti della famiglia. L’informativa della Digos di Roma sarà quindi trasmessa al procuratore aggiunto Francesco Caporale.

Intanto, CasaPound prende le distanze da Daniele Ciano. In un colloquio con Il Corriere della Sera, Mauro Antonini, vicepresidente e già candidato alla Regione Lazio per il movimento di estrema destra fa capire che il giovane militante è stato scaricato. 

«Non posso impedirgli di stare in piazza a manifestare – dice Antonini riferendosi a Ciano – ma se lo vedo anche solo con una toppa con il nostro simbolo posso dirgli di toglierla, perché non deve essere identificato come un nostro militante. Se quello che ha detto ai rom è vero, ma non ci metto la mano sul fuoco, allora è da condannare, non lo giustifico nemmeno io»

Il vicepresidente di CasaPound ha poi parlato del presenzialismo del giovane militante di estrema destra agli ultimi appuntamenti del movimento: «Lo conosco dal 3 aprile scorso. Dalle manifestazioni contro i rom a Torre Maura. Non passa certo inosservato. Da quel giorno – racconta Antonini – l’ho incontrato a ogni nostra iniziativa. Tanto che una volta gli ho anche chiesto: “Ma hai un sacco di tempo libero! Ma che lavoro fai?”».

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