Nomine in cambio di voti a Legnano, il prefetto sospende il sindaco (arrestato) e commissaria il comune simbolo della Lega

L’inchiesta della procura di Busto Arsizio ha decapitato la giunta: ai domiciliari il sindaco leghista Gianbattista Fratus – accusato di corruzione elettorale – e l’assessora alle opere pubbliche Chiara Lazzarini. In carcere l’assessore al bilancio e vicesindaco di Forza Italia Maurizio Cozzi

Per la storia della Lega, Legnano ha sempre avuto un alto valore simbolico. È la città dove Alberto da Giussano, condottiero (forse mai esistito) della Lega Lombarda, resistette all’armata di Federico Barbarossa. Da oggi quel comune è commissariato. Lo ha deciso il prefetto, che ha sospeso anche il sindaco Gianbattista Fratus, arrestato insieme ad altri due membri di spicco della giunta in un’inchiesta in cui si parla di voti chiesti in cambio di tangenti e nomine nelle società pubbliche.


Questa, almeno, è l’accusa che viene fatta al sindaco Fratus, fedelissimo di Salvini, eletto nel 2017 con la Lega. Fratus è accusato di corruzione elettorale: proprio in occasione di quelle elezioni, avrebbe proposto uno scambio a un candidato che era stato escluso al primo turno: il suo appoggio elettorale al ballottaggio in cambio di un lavoro per la figlia in una società partecipata dal Comune, la Aemme Linea Ambiente srl. Promessa, dicono gli inquirenti, che poi si sarebbe concretizzata.


Oltre al sindaco, la procura di Busto Arsizio ha ordinato l’arresto dell’assessora alle opere pubbliche Chiara Lazzarini (ai domiciliari) e dell’assessore al bilancio e vicesindaco Maurizio Cozzi di Forza Italia (in carcere). L’inchiesta, di fatto, ha decapitato la giunta, già traballante a causa delle recenti vicissitudini politiche: alla fine di marzo la giunta è caduta dopo essere stata sfiduciata da metà consiglio comunale, ma il sindaco non si era dimesso.

Oltre al già citato episodio di presunta corruzione elettorale, gli inquirenti hanno indagato anche su una serie di nomine per un ruolo in Comune e in una società partecipata: in tutto sono 3 gli incarichi contestati, per i quali i magistrati avrebbero favorito profili di loro gradimento.

Per la Lega – lo dicevamo all’inizio – la città di Legnano ha un valore storico, legata alla figura di Alberto da Giussano, protagonista nel XII secolo della battaglia di Legnano contro l’armata imperiale di Federico Barbarossa. L’icona di Alberto da Giussano era parte integrante del simbolo della Lega Nord, fino a quando Matteo Salvini non ha deciso di eliminarla, col passaggio alla Lega nazionale.

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