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Banksy, i blitz più potenti dell’artista di strada

25 Maggio 2019 - 13:02 OPEN
Negli ultimi vent'anni, uno street artist ha fatto in modo che nessuno rimanesse indifferente davanti alle grandi sofferenze. La sua identità è ancora ignota, ma la sua arte è famosa in tutto il mondo

Erano i primi anni del nuovo millennio quando un artista sconosciuto iniziò a portare furtivamente ( e illegalmente) le sue opere all’interno dei musei di Londra. Convinto che l’arte fosse indispensabile per far aprire gli occhi sulle tematiche sociali, usava come tecnica la rivisitazione di alcuni grandi classici della pittura. Una Madonna con bambino con in mano un iphone è una delle immagini che, da allora, tutti abbiamo nella mente.

Non ci è voluto tanto prima che l’artista si rendesse conto che, per sensibilizzare davvero le masse, c’era bisogno che l’arte tornasse a riempire le strade. Che si trovasse negli angoli familiari delle cittadine e che la sua comprensione fosse alla portata di tutti. Anziani, laureati, bambini o operai: tutti dovevano essere messi nella condizione entrare in contatto con il messaggio che l’artista stava mandando.

Negli ultimi vent’anni, i blitz inaspettati nelle zone più distanti del mondo sono diventati parte integrante della sua opera artistica. Oggi l’identità Banksy è ancora avvolta nel mistero, ma il suo nome e le sue creazioni sono diventate il simbolo della Street Art, l’arte da strada. E la Guerrilla Art è diventata la forma d’espressione più potente della nostra epoca.

Muovendosi tra provocazione e messaggi di speranza, Banksy è riuscito a rompere il soffitto di cristallo che sembrava essersi creato tra produzione artistica e fruizione di massa. E il suo radicalismo non ha mai traballato. A gennaio di quest’anno, quando una delle sue opere più famose era stata messa all’asta, lui ha scelto di farla a pezzi: attivando un meccanismo di autodistruzione che aveva già integrato nella cornice (nel caso che «l’opera fosse mai stata messa all’asta»), la tela si è disintegrata sotto gli occhi increduli di tutti i (ricchi) presenti.

Il buon Natale a Port Talbot, 2018

Uno dei blitz più recenti è arrivato nel periodo natalizio. Con un gioco di angoli, Banksy ha dipinto un murale dal forte significato sociale: su uno dei lati di un garage, ha raffigurato un bambino con le braccia aperte e il viso all’insù verso la neve che scende. Ma girato l’angolo, si scopre che la neve è in realtà cenere proveniente da un cassone di rifiuti in fiamme.

Gatto – Gaza, 2015

A febbraio del 2015, Banksy gira un video nella striscia di Gaza, per testimoniare le condizioni di vita durante la guerra contro Israele. Commentando la scelta di dipingere un gatto su una delle rovine, ha spiegato: «Un uomo mi ha chiesto cosa significasse la mia opera, e ho spiegato che volevo mostrare la distruzione di Gaza mettendo foto sul mio sito, ma che la gente su Internet guarda solo foto di gattini».

Il bacio dei poliziotti – Brighton 2004

Contro l’autorità, contro l’omofobia e per la tolleranza. Una delle opere più famose dello street artist si trova a Brighton e raffigura due poliziotti dello stesso sesso nell’atto di baciarsi.

Uccelli della stessa specie – Clacton-on-Sea, 2014

Cinque uccelli che mostrano cartelloni razzisti verso un altro volatile dall’aspetto più esotico. Il murale è comparso a Clacton-on-Sea, nella regione inglese dell’Essex.

Il lanciatore di fiori – Gerusalemme, 2003

Sicuramente una delle immagini simbolo dell’urban-artist, nonché una delle più riprodotte nelle stampe di oggetti e magliette: un uomo in bianco e nero con il volto coperto da una bandana si prepara a lanciare un mazzo di fiori colorato, anziché una molotov.

La bambina con il palloncino – Londra, 2002

«There is always hope» è la descrizione che si legge vicino a una delle illustrazioni più iconiche di Banksy, che racchiude uno dei temi più cari all’artista: la speranza. Una bambina lascia andare, forse accidentalmente, un palloncino a forma di cuore. Anche qui, l’immagine è in bianco e nero, fatta eccezione per il cuore rosso.

La tela con l’opera era poi stata messa all’asta di Sotheby’s a Londra lo scorso gennaio. Ma nel momento in cui l’opera era stata venduta per 1,2 milioni di euro , si è autodistrutta. L’artista aveva poi postato il video dell’accaduto su Instagram, citando una frase di Picasso: «Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione».

Banksy in Italia

Madonna con la pistola – Napoli,2017

Un mix tra il sacro e il profano che mette in contraddizione le due anime della città partenopea. Ma la Madonna con la pistola non è l’unica opera che Banksy ha regalato alla città di Napoli. Qualche tempo prima lo street artist aveva rappresentato l’Estasi della Beata Ludovica Albertoni del Bernini intenta a mangiare un hamburger, come simbolo del consumismo. L’opera era stata però cancellata da un altro writer.

Tele in strada alla Biennale – Venezia, 2019

«Malgrado si tratti del più grande e prestigioso evento d’arte al mondo, per qualche ragione io non sono mai stato invitato alla Biennale di Venezia», aveva scritto Banksy su Istagram rivendicando l’istallazione di tele. I diversi quadri raffiguravano una nave scomposta e ricomposta in diversi particolari. Durante la creazione dell’istallazione, i vigili urbani lo hanno cacciato per abusivismo, senza sapere (ovviamente) che si trattasse proprio del famosissimo street artist.

Naufrago bambino – Venezia, 2019

Un bambino migrante che alza un fumogeno fluorescente. Così Banksy ha scelto in questi giorni di attirare l’attenzione sul tema delle morti nel Mediterraneo. Il murale è comparso a Venezia, sulla facciata di uno stabile in vendita. Il prezzo è immediatamente balzato a 4,5 milioni di euro.

La donna sulla porta del Bataclan

In memoria delle vittime dell’attentato al Bataclan, a Parigi, è comparsa una donna dallo sguardo rivolto verso il basso sulla porta del locale. Non è chiaro se sia un Banksy o meno, perché l’artista non l’ha mai rivendicata. Ma nonostante l’incertezza, non è passato molto tempo prima che qualcuno la portasse via. L’azione simbolica resta comunque nella memoria collettiva.

Il murale per il clima a Londra

Ad aprile di quest’anno è comparso nei pressi di Hyde Park un murale con il simbolo di Extinction Rebellion, il gruppo di attivisti ecologisti nato a Londra. L’artista non l’ha rivendicato, ma secondo gli esperti apparterrebbe proprio a Banksy. Accanto alla bambina seduta vicino a una piantina che sta per nascere, si legge la frase: «Da questo momento la disperazione finisce e le tattiche iniziano».

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