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La propaganda elettorale di Bagnai sul Parlamento europeo e la Commissione Ue

26 Maggio 2019 - 14:13 David Puente
La Brexit influenza le audizioni e la data del voto dei candidati alla Commissione europea? No e ci sono tante variabili

Il 25 maggio 2019 il senatore della Lega Alberto Bagnai pubblica un tweet dove sostiene che «Il Parlamento Europeo conta così poco che per nominare la nuova Commissione aspetteranno fino a dopo la Brexit, dato che la pattuglia parlamentare del Brexit Party darebbe molto fastidio in sede di audizione dei Commissari. Ma i furboni vi dicono che votare non serve…».

C’è qualcosa che non quadra nelle dichiarazioni di Bagnai e in questa storia ci sono innumerevoli variabili da tenere in considerazione prima di cadere nella propaganda elettorale. Per spiegare il tutto abbiamo contattato l’Ufficio stampa del Parlamento europeo.

Gli appuntamenti

Una volta insediato il Parlamento europeo ci saranno alcune votazioni cruciali durante le plenarie che si terranno a Strasburgo. Nella prima verrà eletto il Presidente del Parlamento stesso, nella seconda – prevista a luglio – dovrebbe venire eletto il Presidente della Commissione europea che, secondo gli accordi politici, dovrebbe essere uno degli «Spitzenkandidaten» presenti al dibattito del 15 maggio 2019 a Bruxelles. Solo in seguito inizieranno le audizioni e le votazioni in Parlamento per l’elezione dei commissari che andranno a comporre la Commissione europea che dovrebbe – salvo imprevisti – insediarsi il primo novembre 2019.

Tutto questo, ovviamente, se andrà tutto bene e se non ci saranno ritardi a causa di eventuali accordi politici, come avvenuto in passato.

Il 31 ottobre 2019 e la Brexit

Il 31 ottobre 2019 è il limite massimo attualmente concesso al Regno Unito per decidere in che maniera vogliono gestire la Brexit. A seguito di quella data, salvo eventuali e ulteriori proroghe, dal primo novembre gli eletti del Regno Unito dovranno fare le valigie e salterebbe anche il Commissario britannico. Non è tutto certo e lo dobbiamo ripetere in continuazione perché bisogna tenere conto degli eventuali scenari come i tre sotto riportati:

  • la data limite è il 31 ottobre, ma potrebbe esserci una proroga nel caso venisse richiesto un secondo Referendum nel Regno Unito sulla Brexit. A quel punto gli eletti continuerebbero a far parte del Parlamento così come il commissario britannico opererà all’interno della Commissione;
  • a seguito delle dimissioni di Theresa May non sappiamo ancora se i britannici decideranno di uscire dall’Unione prima del 31 ottobre 2019, cosa che potrebbe succedere anche in estate ancora prima dell’avvio delle audizioni dei commissari;
  • si cambia idea, niente Brexit e tutto continua così com’è, eletti e commissario britannico eletto.

Il voto è a novembre per colpa della Brexit?

No! L’Ufficio stampa del Parlamento europeo, contattato telefonicamente da Open, chiarisce che non vi è alcun ostacolo nell’elezione del Presidente – dove voteranno anche i britannici – e dei membri della Commissione europea.

In caso di ulteriori proroghe che farebbero slittare la data del 31 ottobre 2019 gli eletti del Regno Unito potrebbero comunque votare e verrebbe comunque eletto anche un Commissario britannico, il quale terrà la sua carica fino al giorno dell’uscita dello Stato membro.

Inoltre, visto che la data limite della Brexit non è del tutto definitiva potendo essere anticipata prima o rimandata a dopo la data del 31 ottobre – o addirittura potrebbe non accadere per nulla – non è possibile fermare i lavori del Parlamento europeo e della composizione degli organi dell’Unione europea.

In tutto questo rimane un dato di fatto: finché uno Stato farà parte dell’Ue tutti hanno il diritto di partecipare alle votazioni e alle cariche elettive.

A proposito di proroghe

Di fatto c’è stata una proroga proprio il 10 aprile 2019, quando inizialmente la data limite doveva essere il 12 aprile ossia due giorni dopo. La data passa dunque al 31 ottobre 2019, lo stesso giorno – che si conosceva già da prima della proroga – in cui cessa l’incarico di Juncker e della Commissione europea. Già da novembre 2018 si era a conoscenza del periodo in cui sarebbero stati eletti e incaricati i vari organi della Commissione:

June-October: The European Commission
The parliamentary elections will also influence the appointment of the next president of the European Commission, the bloc’s executive arm. The new commission will take over in November 2019 for a five-year period.

Come è andata nelle precedenti elezioni

Ecco le date delle scorse Elezioni europee 2014 e delle successive votazioni e nomine:

  • tra il 22-25 maggio 2014 si sono tenute le Elezioni europee;
  • tra gli Spitzenkandidaten viene nominato Juncker per il ruolo di Presidente della Commissione europea;
  • il 15 luglio 2014 Juncker viene eletto Presidente della Commissione europea dal Parlamento europeo;
  • le audizioni per i nuovi commissari si sono tenute a partire dal 29 settembre 2014;
  • la nuova composizione venne votata definitivamente il 22 ottobre 2014.

Facciamo un passo indietro e osserviamo le date della Commissione Barroso I:

  • Barroso venne eletto dal Parlamento il 22 luglio 2004;
  • le audizioni dei candidati commissari si svolsero tra il mese di settembre e ottobre 2004;
  • la Commissione venne approvata il 18 novembre 2004.

La seconda Commissione Barroso, in carica dal febbraio 2010, slittò nella sua elezione a causa del Trattato di Lisbona che venne concluso nel dicembre 2009, un trattato che andava a modificare proprio la Commissione.

Che cos’è la Commissione europea

Si tratta dell’organo esecutivo dell’Unione europea. Propone gli atti normativi, i programmi di finanziamento e si occupa del bilancio annuale che poi vengono discussi e adottati in sede di Parlamento e Consiglio. Oltre a queste tre responsabilità ce una quarta, quella relativa ai rapporti e gli aiuti internazionali.

Come viene eletto il Presidente?

I candidati al ruolo di Presidente della Commissione europea sono Manfred Weber (Ppe), Frans Timmermans (Pse), Magrethe Vestager (Alde), Jan Zahardil (Ecr), Ska Keller (Verdi) e Nico Cuè (El). Possiamo ricordarci questi nomi così come potremmo dimenticarli a breve visto che a seguito del risultato elettorale potrebbero cambiare gli equilibri e di conseguenza anche l’indicazione del nuovo Presidente. Ciò non è successo durante la scorsa tornata elettorale dove venne eletto dal Parlamento europeo il candidato di punta Jean-Claude Juncker in quanto uno degli Spitzenkandidaten scelti dai vari gruppi europei.

Il sistema proposto a partire dalla scorsa tornata elettorale non fa parte dei regolamenti europei, ma è soltanto una scelta concordata a livello puramente politico tra le forze politiche europee. Al momento gli Spitzenkandidaten che si sono confrontati nell’emiciclo di Bruxelles possiamo considerarli come i portavoce dei programmi politici dei vari gruppi europei, consapevoli che tra qualche settimana potrebbero scegliere un nome nuovo come Presidente a seguito di accordi.

I commissari

La Commissione europea è composta da 28 commissari, uno per stato membro ai quali è richiesta la massima indipendenza dai propri governi nazionali in quanto devono agire nell’interesse dell’Unione. La commissaria uscente di questa legislatura che rappresenta l’Italia è Federica Mogherini. Ognuno dei candidati presidenti può presentare una propria lista di candidati commissari. Al momento, dal sito del Parlamento europeo, l’unica candidata ad aver presentato la lista è Margrethe Vestager dell’Alde dove la candidata commissaria per il nostro Paese è Emma Bonino.

Il caso Buttiglione e altri

Alberto Bagnai cita un caso, quello relativo al candidato commissario italiano Buttiglione che sarebbe stato respinto dal Parlamento europeo secondo quanto riportato dall’articolo dell’EuObserver dell’undici ottobre 2004. Il caso riguardava le sue dichiarazioni e la sua posizione riguardo gli omosessuali, non per questioni politiche.

Nel 2004 la lettone Ingrida Udre venne accusata di aver violato le regole sui finanziamenti durante la campagna elettorale, venendo poi sostituita dal collega Andris Piebalgs.

Nel 2010 fu il turno della bulgara Rumiana Jeleva che durante l’audizione non riuscì a far chiarezza sui suoi interessi finanziari, oltre a non essere stata ritenuta sufficientemente competente per assumere il ruolo di commissario alla Cooperazione internazionale. Fu poi sostituita da Kristalina Georgieva.

Conclusioni

Alberto Bagnai non riporta un’informazione corretta in merito alle audizioni dei commissari. Grazie alla proroga concessa al Regno Unito potranno essere eletti gli europarlamentari britannici e questi avranno comunque un peso anche nell’elezione – ad esempio – del Presidente del Parlamento e del Presidente della Commissione. L’iter procederà come di consueto e la nuova Commissione dovrebbe iniziare ad operare a novembre come previsto, ma esistono numerose variabili che potrebbero cambiare gli equilibri. Mettiamo conto che non venga eletto il candidato Presidente della Commissione secondo gli accordi politici del sistema che aveva già designato Juncker nel 2014, ciò aprirebbe un ulteriore scenario dove per individuare un nome che accontenti tutti potrebbero passare settimane o mesi, Brexit o non Brexit.

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