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L’ultimatum di Conte: «Non vivacchio, o si va avanti o rimetto il mandato»

03 Giugno 2019 - 19:29 Redazione
Il premier ha invitato Salvini e Di Maio a recuperare l'entusiasmo di un anno fa e a essere leali, ma non garantisce sulla durata del Governo: «Non dipende solo da me»

«Non vivacchio, o si va avanti o rimetto il mandato». Come previsto, il premier Giuseppe Conte ha lanciato un ultimatum alla Lega e al Movimento Cinque Stelle, minacciando le proprie dimissioni qualora Salvini e Di Maio non dovessero deporre le armi. «Chiedo loro una chiara assunzione di responsabilità, altrimenti rimetterò il mandato al presidente della Repubblica», dice Conte, invitando i due partiti al Governo a recuperare lo spirito del primo anno.

«Io ho sbagliato – ammette Conte – avevo detto in qualche intervista che non credevo che il clima elettorale avrebbe alterato l’equilibrio del Governo, ma sono stato ingenuo a pensarlo. Le tornate elettorali ci hanno distratto dall’impegno di Governo». Ora la palla passa a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio. Il premier ha detto di aspettarsi una risposta in tempi brevi senza dare rassicurazioni sulla durata del Governo: «Non posso esserne certo – ha detto – perché non dipende soltanto da me»

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19:14 – Finisce la conferenza stampa del premier Conte. Grazie per averci seguito.

19:13 – Rispondendo di nuovo alla giornalista tedesca Conte ha detto, in modo piuttosto perentorio, che il Governo italiano non accetta l’accusa di aver fatto morire persone in mare.

19:10 – Una giornalista tedesca ha chiesto a Conte se l’Italia manterrà la politica dei “porti chiusi” anche se i flussi migratori dovessero aumentare con l’arrivo dell’estate: «La nostra linea sull’immigrazione – ha risposto Conte – non è di Salvini, ma del Governo, ed è una linea di maggiore rigore rispetto al passato. Il problema dell’immigrazione va affrontato insieme».

19:05 – «Non mi sono mai arrivate richieste di rimpasto», dice Conte.

19:04 – Il premier spezza i toni solenni della conferenza e si concede una battuta: «Se il posto fosse libero, allenerei la Roma», ha detto a chi gli chiedeva cosa farà qualora dovesse cadere il Governo.

19:01 – Il premier ha risposto anche a una domanda sulla Tav, bacchettando – tra le righe – la Lega. «Sulla Tav c’è un contratto di Governo e quello è il mio faro. Poi c’è un metodo di lavoro: non ci si sveglia un giorno e si dice “si fa così”. Il metodo concordato era quello dell’analisi costi-benefici. Non è che per mesi si aspetta quel lavoro e poi si decide senza considerarlo. L’analisi costi-benefici non può essere accantonata».

18:58 – Da qualche minuto sono cominciate le domande dei giornalisti. Alessandra Sardoni (TgLa7) ha chiesto al premier perché abbia sottolineato che non fa il tifo per il Movimento 5 Stelle: «Io non ho votato il M5s e gliel’ho detto, né mi sono mai iscritto», ha risposto Conte, spiegando di aver apprezzato il fatto che nessuno gli abbia mai chiesto attestati di fedeltà.

18:55 – «Se non recuperiamo lo spirito del primo anno è difficile recuperare. Io ho sbagliato: avevo detto in qualche intervista che non credevo che il clima elettorale avrebbe alterato l’equilibrio del Governo, ma sono stato ingenuo a pensarlo. Le tornate elettorali ci hanno distratto dall’impegno di governo».

18:51 – «Non vivacchio – dice il premier – o si va avanti o rimetto il mandato». La frase più forte pronunciata finora.

18.45 – Arriva l’ultimatum per Lega e 5 Stelle: «Non mi presterò a vivacchiare. Chiedo loro una chiara assunzione di responsabilità, altrimenti rimetterò il mandato al presidente della Repubblica»

18.43 – Il presidente del Consiglio auspica una leale collaborazione tra gli alleati di governo, ma ammette: «Non posso essere certo della durata del governo»

18.39 – Conte sottolinea come dalle ultime europee il Movimento 5 Stelle ha subito una sconfitto a beneficio della Lega: «Ho buoni rapporti con i due vice-premier ma serve un atteggiamento davvero costruttivo. Se continuiamo a indugiare con le polemiche via social e attraverso la stampa, questo pregiudica la concentrazione sul lavoro»

18.35 – Un passaggio sulle istituzioni europee, a pochi giorni dalla risposta della Commissione Ue sulla possibile procedura di infrazione per debito eccessivo: «Le regole europee restano finché non riusciremo a cambiarle» e aggiunge: «Bisogna uscire dagli schemi della campagna elettorale»

18.32 – Vengono citati i due decreti in discussione in parlamento: decreto Crescita e Sblocca-cantieri e i prossimi in agenda, come l’autonomia regionale «senza però pregiudicare la coesione sociale e aumentare il divario tra nord e sud»

18.30 – Conte parla delle conseguenze delle recenti elezioni amministrative ed europee: «Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto, in particolare la competizione europee che è stata molto aspra»

18.24 – Il presidente del Consiglio legge il suo discorso e paragona il primo anno, alla «fase 1 del governo del cambiamento»

18.21 – Entra il presidente del Consiglio Conte e inizia ricordando cos’era successo il 1 giugno 2018: «Ricordo quel momento, c’era molto entusiasmo tra la gente comune e scetticismo da parte degli osservatori»

18.13 – I giornalisti vengono fatti entrare nella sala dei Galeoni al primo piano, più capiente della sala stampa al piano terra di Palazzo Chigi

17.30 – Continua poco distante da Palazzo Chigi (nel palazzo dei gruppi parlamentari) la riunione tra il capo politico M5S Luigi Di Maio e i sindaci M5S: presenti Virginia Raggi, Chiara Appendino e il primo cittadino uscente di Livorno Filippo Nogarin.

17.20 – La riunione di maggioranza sul decreto Sblocca-cantieri (che domani sarà discusso al Senato) convocata dal premier Conte per le 17.30 è slittata alle 20.

17.15 – Il presidente del Consiglio Conte è arrivato a Palazzo Chigi, dopo essere intervenuto a un convegno alla Luiss. «Sono sempre molto determinato» ha detto ai giornalisti uscendo dall’università romana.

Cosa è successo finora

Arriverà alle 18.15 l’attesa conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che affronterà il tema dei mutati rapporti di forza fra le parti che compongono il governo dopo le elezioni europee. L’appuntamento è dopo le 17, perché una sfida diretta a Salvini e Di Maio non destabilizzi i mercati.

Il premier Conte potrebbe dare infatti oggi, pubblicamente, un ultimatum ai ministri Luigi Di Maio e Secondo quanto riportano Il Corriere della Sera e La Repubblica citando varie fonti, Conte si dirà disposto ad andare avanti, «ma non con un governo in agonia».

In un discorso rivolto agli italiani «per fare chiarezza», sotto forma di conferenza stampa o di semplice comunicazione senza domande, Conte tirerà le somme dei primi mesi del suo governo. Soprattutto però metterà l’esecutivo davanti a un bivio: o si ritrova un metodo di lavoro efficiente, si riporta fiducia, programmazione e omogeneità nell’azione di governo, «oppure vengono meno le condizioni per proseguire».

Pare che Conte si esprimerà, seppur indirettamente, sul metodo di comunicazione di Matteo Salvini, avvertendo che il dialogo politico fatto a slogan, tweet e foto su Facebook non porta a una conversazione credibile e costruttiva. Non si illude, il premier, che questa tensione tra i due leader della maggioranza possa proseguire senza causare danni irreparabili al Paese.

Il capo del governo evocherà la necessità di riunirsi in un vertice di programma, necessario perché un possibile choc fiscale come la flat tax venga analizzato in modo serio e pertinente e valutando l’esistenza delle coperture necessarie. Non vuole essere il primo, Giuseppe Conte, a dover «porre la sua firma su un’eventuale procedure d’infrazione dell’Italia per debito: vuole avere i margini per trattare con l’Europa. Per evitarlo, il governo ha poco più di un mese di tempo.

Decisiva, nel determinare questa presa di parola, è stata la lettera di risposta al monito della Commissione Europea sul debito italiano. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis aveva chiesto ragione del fatto che non ci sia stato abbastanza impegno per rispettate le condizioni del cosiddetto Fiscal Compact. La bozza della risposta, diffusa sui media, aveva causato l’ennesimo litigio tra Lega e M5S. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva infatti menzionato la flat tax, affermando che non sarebbe più stata finanziata dal deficit, ma da tagli al welfare, al reddito di cittadinanza e a quota 100.

Questa prima versione fatta circolare si è poi rivelata diversa da quella effettivamente inviata, ma non ha impedito l’ennesima scaramuccia Lega-M5S. E Conte non ci sta più, alla campagna elettorale permanente, al gioco delle sferzate a colpi di titoli di telegiornale, e stasera lo dirà, di fronte a tutti gli italiani, ai due azionisti del governo: «Se devo trattare con l’Europa, devo poterlo fare in modo credibile».

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