Il caso del divieto di sbarco imposto dal Viminale per la Sea Watch3, ferma a lungo lo scorso 15 maggio a largo di Lampedusa con a bordo 65 naufraghi soccorsi a largo della Libia, è sotto indagine della procura di Palermo, come riporta il sito del quotidiano Avvenire. La vicenda è stata inserita anche nei fascicoli della procure di Catania e Agrigento, che indagano per fatti precedenti.
La polizia giudiziaria ha acquisito gli atti del ministero del’Interno e di quello delle Infrastrutture a proposito del divieto di approdo della nave della Ong tedesca, poi sequestrata dalla procura agrigentina e infine dissequestrata. Su quell’imbarcazione c’erano anche minori, per questo è intervenuto il tribunale dei minorenni del capoluogo siciliano, da qui il coinvolgimento della procura palermitana.
La scoperta delle tre indagini
A rivelare l’esistenza dell’indagine è stato il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto che, rispondendo alla richiesta di accesso agli atti depositata il 21 maggio dall’avvocato Alessandra Ballerini per conto dell’Associazione Diritti e frontiere (Adif) ha spiegato – con una comunicazione dei propri uffici indirizzata per conoscenza sia al Viminale che al ministero dei Trasporti – di non poter fornire la documentazione relativa al caso e neanche la copia delle comunicazioni interne alle autorità italiane perché: «l’evento in parola è oggetto di indagine da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo e, pertanto, sui relativi atti sussistono le limitazioni all’accesso».
L’avvocato dell’Adif nella sua richiesta di accesso agli atti, puntava a conoscere il «contenuto dei provvedimenti emessi e delle comunicazioni (anche quelle con MRCC Roma, il sistema di soccorso della Guardia costiera, ndr) trasmesse, a far data dal 15 maggio scorso, da parte del ministero dell’Interno, ovvero, del ministero delle Infrastrutture – in riferimento al – divieto di approdo delle nave nei porti italiani».
Lo sbarco a Lampedusa
Lo scorso 15 maggio, la procura di Agrigento ha ordinato lo sbarco dei migranti dalla Sea Watch3, mettendo sotto indagine il comandante della nave perché aveva disobbedito all’ordine di non avvicinarsi ai porti italiani. Il pm Luigi Patronaggio ha poi accertato che l’equipaggio non aveva commesso alcun reato e aveva agito nell’interesse delle vite umane.
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