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Sea Watch, De Falco striglia il M5s: «Complice del divieto d’ingresso. Così aiutano i trafficanti»

17 Giugno 2019 - 13:05 Redazione
L'ex comandante della Guardia costiera attacca il Movimento e la posizione del governo sul Decreto sicurezza

«Il decreto per vietare ingresso alla Sea Watch 3 è stato tristemente voluto anche da ministri M5S. Sono complici». Non usa giri di parole il comandante Gregorio De Falco, senatore espulso del M5s e appartenente al Gruppo Misto dal primo gennaio 2019. 

«L’interesse dei trafficanti di esseri umani è che non esistano canali regolari di accesso all’Europa. L’interesse degli europei è invece quello di regolare e controllare gli ingressi, in modo tale anche da poter “conoscere” chi arriva», scriveva pochi giorni fa il senatore su Facebook.

«Con i metodi Minniti e Salvini si rendono proficui i traffici degli sfruttatori – continuava De Falco – si alimenta un mercato criminale e si usa la morte in mare come deterrente per tentare di scoraggiare i viaggi di quella gente disperata».

«A bordo di quella nave ci sono naufraghi: vanno salvati»

Ed oggi, l’ex comandante della Capitaneria di porto di Livorno, ai microfoni della trasmissione «L’Italia s’è desta» di Radio Cusano Campus, non risparmia gli ex colleghi del Movimento Cinque Stelle alleati e, a suo dire, «complici» di Matteo Salvini. «A bordo di quella nave non ci sono migranti – spiega De Falco – ma naufraghi che erano in pericolo di vita e sono stati salvati. Nel momento in cui un naufrago arriva sulle coste italiane, non si applica Dublino 3. Questo andava affermato nelle sedi dove si doveva discutere di Dublino 3, ma il governo lì non è mai andato». 

«I rimpatri sono sostanzialmente fermi», dice De Falco

L’accusa del senatore al governo Conte è quella di non aver partecipato alle discussioni in sede europea in materia di migrazioni: «I rimpatri sono sostanzialmente fermi, ci restituiscono 1200 persone dalla Germania, questo è il fallimento della politica di Salvini. La questione dei dublinanti andava affrontata quando si parlava di Dublino, ma noi non ci siamo in quelle sedi». 

Cos’è cambiato con il decreto sicurezza bis

«Con il decreto sicurezza bis è stata modificata un’attribuzione di competenza che era prevista nel Codice di navigazione. Il codice prevede che il ministro delle infrastrutture ha la possibilità di vietare il transito a navi straniere nel mare italiano. Oggi lo possono fare in concerto i ministri di Infrastrutture, Interni e Difesa», spiega De Falco, che aggiunge: «Possono vietare il transito quando la nave abbia un comportamento ostile nei confronti dello Stato italiano e il carico della nave sia contrastante con le norme dello Stato. Il carico è rappresentato sia dalle cose che dalle persone». 

Il comandante spiega ancora che nel momento in cui avviene un incidente durante la navigazione, le persone a bordo delle navi non sono più dei migranti, ma dei naufraghi in pericolo di vita ed è per questo che vanno salvati. «Essendo naufraghi, a rigore, non si dovrebbe applicare neanche la famosa regola di Dublino, non è detto che debba farsene carico il primo Paese d’approdo».

Le accuse al governo

«Essendo naufraghi, a rigore, non si dovrebbe applicare neanche la famosa regola di Dublino. Ed è questo che andava chiarito, invece di rimanere assenti da scuola come hanno fatto. Si andrà avanti così perché il governo, con la complicità di Bruxelles, sta alimentando il traffico di esseri umani». E infine De Falco tuona: «Il governo deve rendersi conto che sta aiutando i trafficanti». 

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