L’Onu smentisce Salvini: «Nessun migrante deve essere riportato in Libia»

L’Imo- l’organizzazione marittima dell’Onu – condivide l’impostazione della Commissione europea: la Libia non è un porto sicuro

Dopo la Commissione europea, ora anche l’Imo – l’Organizzazione marittima dell’Onu – ha dichiarato che «nessun migrante deve essere riportato in Libia», perché il Paese – dilaniato da una lunga guerra civile e noto per il trattamento disumano che riserva ai migranti rinchiusi nei centri di detenzione – non può essere considerato un place of safety, un luogo sicuro.


Il parare dell’Onu, che ha inviato una dichiarazione scritta ad Avvenire, arriva in un momento caldo: nei giorni scorsi, un’imbarcazione della ong Sea Watch ha salvato 53 migranti alla deriva nel Mediterraneo centrale e si è diretta verso Lampedusa (dove si trova tuttora, fuori dalle acque territoriali italiane), ignorando le indicazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini che aveva chiesto di farli sbarcare in Libia.


Ora, dopo il parere della Commissione europea e dell’Onu, sarà più difficile per Salvini continuare a sostenere che i migranti debbano essere lasciati a Tripoli. Al di là del contesto in cui versa, il Paese non ha mai sottoscritto la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, un documento che stabilisce i diritti di chi ottiene l’asilo e gli obblighi delle nazioni che li accolgono.

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