Mari italiani promossi dall’Ue: il 90% delle acque nostrane è eccellente

Il Bel Paese è lo Stato europeo con il numero maggiore di aree di balneazione. Il 90% di queste ha acque di qualità eccellente

Bandiera gialla per i conti pubblici, bandiera blu per il mare. È questo il verdetto dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) sullo stato delle acque balneabili italiane. I risultati si riferiscono alle analisi condotte tra il 2017 e il 2018 e l’Italia è al nono posto della classifica generale, con il 90% delle acque di balneazione giudicate «eccellenti».


EEA | La classifica degli Stati europei con acque balneabili “eccellenti”

L’Italia è inoltre il Paese europeo con il numero maggiore di aree di balneazione (5.539): il 90% di queste è di qualità eccellente, il 5,2% è di buona qualità, mentre le restanti oscillano tra la sufficienza e la scarsità. 


EEA | Lo qualità dei siti di balneazione italiani

La qualità della balneazione nel resto d’Europa

Meglio di noi, in termini di acque balneabili eccellenti, figurano Cipro (99,1%),Malta (98.9%), Austria (97.3%), Grecia (97%), Croazia (94,4%), Lettonia (92,9%), Germania (92,7) e Portogallo (91,1%). Peggio di noi, tra le mete turistiche più gettonate dagli italiani, Spagna e Francia, che ottengono rispettivamente l’87% e il 78,8% di grado di eccellenza delle acque balneabili. 

In Italia aumentano i siti con acque di bassa qualità

C’è però un dato negativo per l’Italia. La percentuale più alta di siti con qualità «scarsa» è sempre nel nostro paese. Sono 89, l’1,6% del totale (in Francia arrivano a 54, con il medesimo valore in percentuale del nostro). Il dato è peggiorato rispetto a quanto rilevato nel rapporto 2017, quando i siti con bassa qualità balneare sono aumentati da 79 a 89, pari all’1,6% del totale, dato che rischia di inficiare il dato complessivo sullo stato dei nostri mari. 

Le principali fonti di inquinamento delle acque

Le principali fonti di inquinamento delle acque marine, secondo il rapporto, sono le «acque reflue provenienti dall’industria e dalle aziende agricole, nonché le acque passanti per le reti di drenaggio urbano», vale a dire i sistemi fognari urbani, la cui tracimazione (in caso di forti piogge) è responsabile del riversamento nei fiumi e infine nei mari delle acque contaminate (soprattutto da batteri, muffe e funghi). 

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