A Roma spuntano i cartelloni: «Cercasi scambisti». Risolto l’enigma, chi c’è dietro (davvero)

Nulla è come sembra. Nessun fine erotico, per capirsi.

La malizia è negli occhi di chi guarda, avrebbe detto qualcuno. E infatti, per chi, aggirandosi per le strade di Roma, avesse visto nelle ultime settimane cartelloni pubblicitari con l’ambiguo messaggio a caratteri cubitali «Cercasi scambisti», sappia che nulla è come sembra. Nessun fine erotico, per capirsi.


Il messaggio in questione è solo opera di una buona trovata pubblicitaria: l’obiettivo è il lancio di una nuova app per il car sharing. Si chiama Popmove e serve per condividere l’auto, che deve essere euro 5 o 6. Roma è la prima città in Italia dove è a disposizione l’applicazione per smartphone, che sarà poi estesa a decine di altre città italiane.


Con 150 vetture già operative, il servizio è attivoLe vetture in condivisione si aprono con un clic sul cellulare senza bisogno di chiavi, come tutti gli altri car sharing.

L’auto si può affittare da una sola ora a 29 giorni e si può lasciare anche in altre città, a patto di rispettare i termini di consegna e ritiro stabiliti in precedenza.

Il lancio pubblicitario è un’iniziativa di Alberto Cassone, amministratore delegato di Hurry!, che ha lanciato Popmove, e di Ald Automotive, società di noleggio a lungo termine presente in oltre 42 Paesi nel mondo.

Era già successo, ad esempio, per il lancio del disco del cantautore Coez qualche mese fa (anche in quel caso erano apparsi dei manifesti, a Milano, con slogan non ben identificati) , e ora ecco che torna la strategia del guerrilla marketing.

L’espressione, coniata dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel 1984, indica una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo di strumenti che colpiscano l’immaginario e stimolino la curiosità degli utenti. 

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