Omicidio “Diabolik”, la pistola del killer potrebbe essersi inceppata prima del colpo mortale

Piscitelli era seduto su una panchina al parco quando è stato avvicinato alle spalle dal killer che ha esploso un colpo alla nuca, uccidendolo sul colpo

Di sicuro era una trappola. Le ipotesi parlano di una pista legata a un killer di origine albanese e alcuni testimoni avrebbero raccontato che la pistola di chi ha esploso il colpo mortale nell’agguato al capo ultrà della curva nord della Lazio, Fabrizio Piscitelli – noto anche come Diabolik – si sarebbe inceppata. Fonti interne della polizia tengono a precisare che sono dettagli ancora tutti da verificare. Nel frattempo sono stati recuperati due telefoni cellulari: i tabulati telefonici che ancora non sono stati visionati dalla Polizia scientifica potrebbero rivelare la giusta pista da seguire per risalire a chi ha sparato. Sono questi i nuovi sviluppi legati all’omicidio avvenuto ieri, 7 agosto, nella zona degli Acquedotti romani, nella periferia sud della Capitale. Piscitelli sarebbe stato colpito da uno sparo a distanza ravvicinata, morendo sul colpo. Il killer era a piedi e vestito da runner per confondersi tra i tanti che fanno jogging al Parco Acquedotti. È quanto è emerso dalla ricostruzione dell’omicidio in base alle prime testimonianze raccolte dalla polizia. Piscitelli era seduto su una panchina al parco con un altro uomo non identificato, quando è stato avvicinato alle spalle dal killer che ha esploso un colpo alla nuca, uccidendolo sul colpo. L’uomo che era con lui dopo l’agguato si è dileguato ed è ricercato in queste ore.


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