Paolo Gentiloni, la delega chiave in Commisione Ue: «Al posto di Moscovici», l’indiscrezione da Bruxelles

L’ex premier italiano sempre più vicino a conquistare la delega sui conti europei. Ma dovrà rinunciare alla vicepresidenza

L’ufficialità delle deleghe tra i commissari europei sotto la guida di Ursula von der Leyen arriverà solo domani martedì 10 settembre. Ma le indiscrezioni che arrivano insistenti da Bruxelles confermano che l’ex premier italiano Paolo Gentiloni erediterà i compiti finora svolti dal francese Pierre Moscovici agli Affari economici, come arbitro quindi dei conti dei Paesi membri. In base al rispetto degli equilibri interni, Gentiloni dovrebbe quindi rinunciare alla vicepresidenza della Commissione Ue, ruolo finora dato per acquisito. Le due vicepresidenze dovrebbero quindi andare all’olandese Frans Timmermans, che si occuperà del pacchetto “clima”, e a alla liberale danese Margrethe Vestager, che curerà il dossier “digitale”. All’irlandese Phil Hogan, sempre secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere assegnato il Commercio, mentre alla francese Sylvie Goulard dovrebbe andare il portafoglio del mercato interno, con la possibile estensione all’industria della Difesa. La delega al Commercio è sta fortemente voluta da Dublino perché sarà proprio quel dicastero gestire, dopo la Brexit, gli accordi commerciali fra la Ue e la Gran Bretagna.


Johannes Han è vicino a ottenere l’incarico di commissario al Bilancio. L’autriaco, che nella precedente commissione rivestiva il ruolo di titolare delle politiche di vicinato e era il responsabile dell’allargamento dell’Unione: casella che dovrebbe essere occupata dall’ungherese Laszlo Trocsaniy. Il lettone Valdis Dombrovskis potrebbe ricoprire ancora un incarico economico dopo il ruolo di commissario all’euro: ciò per bilanciare il “mediterraneo” Gentiloni. Ancora da definire chi si dovrà occupare di immigrazione. Fra i papabili a essere investiti dell’incarico di commissario incaricato della gestione delle politiche migratorie, nonché la (possibile) riforma dell’accordo di Dublino non ci sono nomi provenienti da paesi direttamente coinvolti dai flussi. Escluse Italia (che è rappresentata da Gentiloni) e Spagna (che vedrà in Josep Borrell il prossimo alto rappresentante della politica estera comunitaria), chi dovrà gestire il caldissimo dossier immigrazione non sarà nè greco nè cipriota.


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