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Al Bano fa pace con l’Ucraina: tolto dalla black list

12 Settembre 2019 - 15:51 Redazione
Al Bano
Al Bano
Il cantante italiano, molto popolare nei paesi dell'Est, ha specificato la sua posizione sulla Crimea

«Tutto è bene quello che finisce bene». È il titolo di una commedia shakespeariana diventata ormai celebre come un proverbio. Una pièce teatrale che in questo momento potrebbe avere per protagonista Al Bano, nome d’arte di Albano Carrisi, che dopo liti e minacce ha fatto pace con il governo Ucraino. Il cantante pugliese sarà cancellato dalla black list in cui era stato iscritto lo scorso marzo. Quindi i suoi concerti potranno nuovamente essere trasmessi in Tv e lui non sarà più considerato «una minaccia alla sicurezza nazionale». A renderlo noto è lo stesso Al Bano con una nota. «Spero di essere invitato e accolto in Ucraina per un grande concerto di pace e musica», ha fatto sapere il cantante di Cellino San Marco. A far maturare la scelta di inserirlo nella black list erano state delle sue dichiarazioni a proposito della Crimea e sulla sua riannessione alla Russia (avvenuta nel 2014 con un referendum il cui risultato tutt’ora non è stato riconosciuto né dall’Ucraina né dalla comunità internazionale).

Nel comunicato, in cui Al Bano rende nota la sua riappacificazione con l’Ucraina, il cantante specifica anche la sua posizione in merito alla Crimea: «Non mi sono mai interessato della vicenda, essendo un cantante e non un politico. I media locali italiani di allora, senza andare in profondità e senza interessarsi al diritto internazionale su questo caso, mi hanno abbinato dichiarazioni riguardo a questioni che non sono di mia competenza. Essendo stato coinvolto, senza volerlo, nella questione, mi sono interessato a questa complicata vicenda e ho preso atto della posizione della comunità internazionale riguardante l’integrità territoriale dell’Ucraina inclusa la Crimea, così come lo affermano i documenti dell’Onu, dell’Ue, della Nato ed altri organizzazioni internazionali, nonché della posizione ufficiale dello stesso governo italiano».

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