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Consip, il giorno della decisione sul processo. Il generale Del Sette: «Non ci sono vere accuse contro di me»

03 Ottobre 2019 - 06:04 Sara Menafra
L’udienza di oggi deciderà il destino di Luca Lotti, rimasto nel Pd dopo la scissione di Renzi, e di pezzi importanti delle istituzioni

E’ il giorno della decisione. Un appuntamento che potrebbe influire non solo sul clima che si respira nella procura di Roma – dopo il caso dei presunti accordi tra il pm Luca Palamara e l’ex braccio destro di Renzi, Luca Lotti, per arginare questa indagine – sia sul destino del nuovo schieramento, Italia Viva.

Luca Lotti a piazzale Clodio – foto Ansa

La gip Clementina Forleo deciderà oggi se rinviare a giudizio oppure no lo stesso Luca Lotti, oltre al generale – e allora comandante generale dei Carabinieri – Tullio Del Sette, accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento. A giudizio c’è anche Gianpaolo Scafarto, allora a capo dell’inchiesta come capitano del Noe, accusato di rivelazione e depistaggio.

Le altre indagini

Ci sono almeno due indagini che, sebbene indirettamente, saranno influenzate dalla decisione che sarà presa oggi. La prima è appunto, quella che si svolge a Perugia: secondo l’accusa, il pm e allora membro del Csm Luca Palamara, si era accordato tra gli altri proprio con Luca Lotti perché con l’uscita da piazzale Clodio del procuratore Giuseppe Pignatone il ruolo dell’ aggiunto Paolo Ielo (che ha guidato proprio l’indagine Consip) fosse ridimensionato.

Tiziano Renzi – foto Ansa

La seconda è l’inchiesta su Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. Stando al filone di indagine partito da Napoli e poi arrivato a Roma, il padre di Matteo avrebbe promesso ad Alfredo Romeo – magnate delle multiservizi – un trattamento di favore in Consip grazie alle entrature che il ruolo del figlio gli garantiva. Di qui l’accusa di traffico di influenze. Proprio la procura di Roma e proprio l’aggiunto Ielo hanno chiesto l’archiviazione del fascicolo. Ma il gip Gaspare Sturzo ha invece fissato udienza la prossima settimana e per Tiziano potrebbe ora staccare l’imputazione coatta.

Cosa succede oggi?

La decisione di oggi è dunque particolarmente attesa e la decisione della gup Forleo è tutt’altro che scontata. Nel corso delle precedenti udienze, tutte a porte chiuse, non sono mancati gli scontri tra imputati e accusa (rappresentata dal pm Mario Palazzi) anche molto accesi.

Una delle posizioni apparentemente più in bilico è quella del generale Del Sette, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in favore dell’allora presidente di Consip, l’azienda pubblica che acquista beni e servizi per tutti gli uffici dello Stato, in favore del presidente Luigi Ferrara.

Il pm di Napoli Henry Woodcock – foto Ansa

Nel corso degli interrogatori, Ferrara ha rivisto il primo verbale (a sua volta il verbale è stato oggetto di un procedimento disciplinare al Csm nei confronti dei pm di Napoli Celeste Carrano e Henry Woodcock poi assolti, ma questa è un’altra storia) e le dichiarazioni accusatorie nei confronti di Del Sette sono molto sfumate. Per questo, in una memoria presentata dal suo avvocato Roberto De Vita, il generale sostiene che, semplicemente, Ferrara non ha mai detto di aver saputo da lui di essere indagato.

La sede CONSIP – foto Ansa

Nelle dichiarazioni ai pm di Roma, Ferrara ha infatti detto di essersi sentito sotto pressione, ma che in effetti Del Sette gli aveva detto qualcosa di molto generico: «Ripensando agli episodi le devo dire che il generale Del Sette non mi ha mai parlato di indagine, mi ha detto di stare attento. Ricordo certamente che io compresi, al termine di tale colloquio e in ragione di quello che mi veniva detto, che ci fosse un’indagine a carico di Romeo e quindi, che dovevo stare attento, in caso di incontro, alle comunicazioni con il detto Romeo».

Non solo. Nella memoria di Del Sette si legge anche che «non è emerso in nessun modo che l’indagine abbia posto esigenze operative tali da richiedere l’intervento o quantomeno l’informazione del Comandante generale: ed infatti non vi è traccia del coinvolgimento dell’Ufficio operazioni, che viene coinvolto tutte le volte in cui sia necessario un coordinamento di militari appartenenti a territori e reparti diversi».

L’allora comandante generale dell’Arma si sarebbe limitato a fare una considerazione «di carattere valutativo su Alfredo Romeo», visto che l’imprenditore era stato coinvolto nell’inchiesta sugli appalti di servizio, nota come Global service e sulla gestione delle sedi Inps.

Basterà? E come si risolverà la posizione di Luca Lotti? La decisione arriva in giornata.

In copertina il comandante Tullio Del Sette – foto Ansa

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