Desirée Mariottini, Campidoglio e Regione Lazio ammessi come parte civile nel processo. Raggi: «Vogliamo giustizia»

«Per atti del genere ci deve essere la certezza della pena. Al fianco della famiglia e degli amici di Desirée», twitta la sindaca di Roma

Ammessi come parti civili nel processo per la vicenda di Desirée Mariottini – la minorenne trovata senza vita il 19 ottobre scorso in uno stabile abbandonato a Roma – il Comune, la Regione Lazio e due associazioni: Insieme con Marianna e Bon’t worry – Noi possiamo Onlus. Lo ha deciso la gup Clementina Forleo nell’ambito della prima udienza preliminare del procedimento che vede imputati Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe. Nei loro confronti, le accuse di omicidio, violenza sessuale e spaccio di stupefacenti. Ad annunciarlo, la sindaca di Roma Virginia Raggi: «Campidoglio ammesso come parte civile nel processo per l’uccisione di Desirée Mariottini. Vogliamo giustizia: per atti del genere ci deve essere la certezza della pena. Al fianco della famiglia e degli amici di Desirée», twitta la prima cittadina di Roma.


All’esterno del tribunale, spiega l’Ansa, si è svolto un sit in al quale hanno partecipato parenti e amici della giovane di Cisterna di Latina. Sono stati esposti alcuni striscioni con le scritte «Desy vita nostra, ti amiamo» e «Desiree Mariottini figlia d’Italia», «Vogliamo la certezza della pena – Io sono Desiree».

In copertina: il complesso abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo dove è stato trovato il corpo senza vita di Desiree Mariottini, Roma, 24 ottobre 2018. ANSA/Angelo Carconi

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