Pubblico, aziende e no profit: un’inedita sinergia per le categorie protette che fa guadagnare tutti

L’esempio virtuoso di come un obbligo di legge si trasforma in opportunità per le società

È la prima volta in Italia che una Provincia, degli enti privati e una onlus stringono una collaborazione per cercare una forma virtuosa di reinserimento di persone svantaggiate. Succede a Varese, dove i cittadini lamentavano una situazione indecorosa delle piste ciclo-pedonali che si diramano tra i laghi di Varese e Comabbio.


Un fiore all’occhiello della zona: 170 km di tracciato e una previsione di espansione di altri 100 km. Peccato che le risorse della Provincia scarseggiano e la manutenzione è passata in secondo piano rispetto ad altre voci di bilancio, più urgenti. Ed è qui che è arrivata l’illuminazione. Attraverso un dialogo tra le realtà del territorio, si è stilato un progetto per recuperare quel patrimonio ciclabile.


L’azienda MedicAir di Origgio, specializzata nell’Home Care, con la regia di Labor-b, società di consulenza strategica, si è incaricata dell’onere economico di assumere del personale tra le cosiddette categorie protette.

Queste persone, in un percorso di reinserimento nella società attraverso il lavoro, saranno gestite dalla cooperativa Naturcoop: si occuperanno di sfalci, pulizia, interventi alle infrastrutture e riqualificazione delle piste ciclabili.

Nel video, Simona Lombardi, amministratore delegato di Labor-b

Tutto ciò alleggerirà il bilancio della Provincia di ben 270mila euro in tre anni. Ma non solo: oltre a restituire ai cittadini uno spazio per la mobilità sostenibile, il progetto ha un grande valore di inclusione sociale.

È data l’opportunità a persone svantaggiate di inserirsi nel mondo del lavoro e di crescere professionalmente. Il personale sarà inserito in un contesto occupazionale misto e potrà prendersi cura, con il proprio lavoro, del territorio in cui vive.

Per legge le aziende che superano un certo numero di dipendenti devono avere in società delle quote di categorie protette. Spesso, però, ci sono mansioni o ruoli d’ufficio che poco combaciano che le necessità dei percorsi di reinserimento sociale di queste persone.

Grazie a questo progetto, l’impresa può non sottrarsi a quello che è un obbligo e permette ai lavoratori con forme di disabilità o disagio psichico di poter esprimere se stessi in un lavoro più adatto alle proprie potenzialità.

Come funziona la legge 68/99?

I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all’articolo 1 della legge 68/99 nella seguente misura:

  • sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
  • due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
  • un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti;

Il decreto legislativo n. 185/2016, modificando l’art. 15 comma 4 della legge n. 68/99, inasprisce le sanzioni per il mancato adempimento dell’obbligo di assunzione di persone disabili.

Trascorsi 60 giorni dalla data in cui insorge l’obbligo di assumere lavoratori disabili, per ogni giorno in cui risulti scoperta la quota d’obbligo, il datore di lavoro è tenuto a versare la somma di 153,20 euro, ovvero «cinque volte la misura del contributo esonerativo di cui all’articolo 5, comma 3-bis» legge 68/99 che è pari a 30,64 euro.

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