Hong Kong, lo sfregio al dissidente Jousha Wong: non può candidarsi alle elezioni distrettuali

Le sue rivendicazioni andrebbero in conflitto con le leggi che regolano il rapporto tra la regione e la Cina

«Censura». Per Joshua Wong non c’è altro modo di definire la sua esclusione dalle elezioni distrettuali, che avverranno tra meno di un mese (il 24 novembre) a Hong Kong. La candidatura dell’attivista 23enne, particolarmente inviso alla Cina per la sua presenza mediatica e i legami con gli Usa, è stata ritenuta nulla da un funzionario elettorale perché incompatibile con la Basic Law, il piccolo sistema di leggi che definisce i rapporti tra Cina e Hong Kong. 


Particolarmente problematiche le posizioni di Wong sull’autodeterminazione, ovvero la possibilità per i cittadini di definire l’indipendenza o meno dalla Cina con un referendum, che lo renderebbero un soggetto «non leale». A Wong non è bastato, nei suoi tre incontri con il funzionario elettorale, prendere una posizione più morbida sul tema, sostenendo l’idea di un referendum non vincolante da tenere nel 2047, quando terminerà l’organizzazione «due sistemi, un Paese».


«Promuovere l’autodeterminazione è contrario alla dichiarazione richiesta ai candidati di sostenere la Basic Law», ha scritto la funzionaria Laura Liang Aron in una nota in cui non cita mai Wong per nome, di fatto rendendolo l’unico candidato tra oltre mille ad essere respinto. Wong puntava all’elezione a consigliere a South Horizons, il «suo» quartiere. Il voto nei distretti subisce meno manipolazioni, e dopo mesi di protesta è facile prevedere la vittoria dei politici più lontani dalla Cina.

Sul processo di valutazione della sua candidatura gravano da sempre ombre. Non ultima l’arrivo di Laura Liang Aron, che ha sostituito il precedente funzionario in extremis, dopo un’improvvisa aspettativa illimitata per malattia. Dopo ritardi e intoppi, l’avventura politica di Wong non potrà passare per canali ufficiali, ma rischia di diventare altra benzina sul fuoco delle proteste.

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