Morte al Baghdadi, l’informatore curdo che ha tradito il leader dell’Isis: il Dna prelevato da un paio di mutande

Rimangono dubbi, incertezze e lacune nel racconto della cattura e dell’uccisione dell’ex leader dell’Isis. Ma fonti curde racconto un retroscena degno di un romanzo

Come è stato catturato Abu Bakr al Baghdadi? Il califfo dell’Isis si è fatto esplodere con tre dei suoi figli in un villaggio al confine tra Turchia e Siria durante un raid dei Navy Seal americani. Continuano ad emergere dettagli sull’operazione che ha portato alla sua morte il 27 ottobre. Le ultime riguardano la pista che ha permesso all’intelligence americana di rintracciare il leader schivo e accorto ai limiti della paranoia. Sappiamo che da mesi il leader dell’Isis si nascondeva nella stessa zona e che era nel mirino da diverse settimane. Gli americani avevano dovuto abbandonare all’ultimo due o tre operazioni a causa di un improvviso cambio di programma. Sappiamo anche che al-Baghdadi, come scrive il Corriere, per eludere i servizi si spostava su un furgone pieno di verdura, che i suoi emissari erano costretti ad indossare una benda durante gli incontri, che i colloqui con il Califfo duravano soltanto tre minuti al massimo dopodiché al-Baghdadi se ne andava lasciandoli bendati nella stanza, dalla quale potevano uscire soltanto dopo diverse ore.


L’informatore curdo e le mutande di al-Baghdadi

Sappiamo anche che le Forze democratiche siriane (Fds), così come l’intelligence turca, avrebbero giocato un ruolo nella sua cattura e uccisione: entrambe hanno rivendicato con orgoglio il proprio contributo e entrambe sono state ringraziate durante la conferenza stampa in cui Donald Trump ha confermato la morte di al-Baghdadi. Ma il ruolo giocato dalle Fds – composte in gran parte da milizie curde – potrebbe essere stato più fondamentale di quanto si credesse. Il Califfo sarebbe infatti stato tradito da un membro della sua guardia del corpo, in realtà un informatore curdo, il quale avrebbe procurato agli Usa i campioni per la comparazione del Dna di al-Baghdadi sottraendogli un pezzo di biancheria intima: delle mutande.


La versione è stata confermata sia dal comandante dei curdi siriani Maflouz Abdi all’emittente americana Nbc, sia da Polat Can, un consigliere delle milizie curde. Secondo Can, «Tutta l’intelligence e l’accesso ad al-Baghdadi, nonché l’identificazione del suo nascondiglio, sono stati il risultato del nostro lavoro». «La nostra fonte – continua Can – di intelligence è stata coinvolta nell’invio di coordinate, nella direzione del volo aereo, nella partecipazione e nel rendere l’operazione un successo fino all’ultimo minuto». Il risultato di una collaborazione con la Cia, spiega il consigliere, che andava avanti dal 15 maggio.

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