Twitter vieterà tutti gli spot politici sulla sua piattaforma

L’azienda, come spiega il suo amministratore delegato, ne fa una questione di credibilità

«Abbiamo preso la decisione di bloccare tutte le inserzioni pubblicitarie politiche a livello globale»: così Twitter ha annunciato che bloccherà la pubblicità politica a livello globale sulla sua piattaforma, rispondendo alle crescenti critiche sulla disinformazione dei politici sui social media.


L’amministratore delegato Jack Dorsey ha usato il social network per comunicare la notizia. La scelta, spiega, è stata presa per prevenire potenziali problemi di «ottimizzazione basata sull’apprendimento automatico di messaggistica e micro-targeting, informazioni fuorvianti non controllate e falsi profondi».

La mossa arriva a pochi giorni dall’audizione di Mark Zuckerberg al Congresso americano, e si inserisce in un clima di pressioni per Facebook, al quale è stato chiesto di applicare maggiori controlli sugli annunci sponsorizzati dai politici.

Le motivazioni

In un thread su Twitter, Dorsey ha elencato tutte le ragioni della scelta. «Se è vero che gli advertising sono incredibilmente potenti e efficienti per quanto riguarda gli annunci commerciali, questo potere comporta significativi rischi per quelli politici, perché può essere usato per influenzare i voti e condizionare le vite di milioni di persone».

«Non saremmo credibili nel dire che stiamo lavorando duro per fermare la diffusione di notizie false – ha continuato – se poi consentissimo a qualcuno di pagare per forzare le persone a vedere i propri advertising politici… loro possono dire quello che vogliono!».

La nuova politica, i cui dettagli saranno svelati il mese prossimo, vieterà gli annunci su questioni politiche così come quelli dei candidati. «Abbiamo considerato la possibilità di fermare solo gli annunci dei candidati, ma ci sarebbe un modo per aggirare il blocco», ha detto.

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