In Evidenza IsraeleTrasporti pubbliciFedez
ATTUALITÀArrestiInchiesteLuca SacchiOmicidiRoma

Omicidio Sacchi, l’ombra della ‘ndrangheta dietro l’omicidio: i sospetti sulle amicizie pericolose dei due arrestati

03 Novembre 2019 - 07:07 Redazione
L'attenzione dei magistrati si sta concentrando sulla rete di rapporti che i due avrebbero da tempo con i giovani emergenti delle 'ndrine di Platì attive a San Basilio

Emergono legami tra i clan calabresi attivi a Roma in zona San Basilio nel traffico di stupefacenti e l’omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso la sera del 23 ottobre scorso con un colpo di pistola. Nel mirino degli inquirenti ci sono i rapporti tra i clan e Paolo Pirino, alla guida della Smart la sera del delitto e in carcere con l’accusa di omicidio assieme a Valerio Del Grosso.

Il 21enne Pirino, riporta il Messaggero, era già stato condannato a 3 anni per droga quando era minorenne. Da tempo il ragazzo frequenterebbe i rampolli delle ‘ndrine di Platì che si sono trasferiti a San Basilio, pezzi dell’organizzazione criminale che gli inquirenti considerano più spregiudicati delle generazioni precedenti. In quel giro sarebbe finito anche Del Grosso, che da giovanissimo consumatore è presto entrato in contatto con fornitori e corrieri. E alla luce di questi rapporti, Del Grosso avrebbe fatto un “salto di qualità”, entrando in possesso di un revolver.

Tra i due, gli inquirenti considerano Pirino il più esperto. La sera in cui i due raggiungono Sacchi e la fidanzata Anastasia degenerata nell’omicidio, Pirino scappa da sua nonna a Torpignattara. Qui si rinchiude nei locali lavatoio, protetti da una cancellata rialzata da una rete metallica. Un nascondiglio che sembra preparato per ogni evenienza, come quei covi usati dai latitanti.

Leggi anche: