Lucia Annunziata, direttrice di Huffington Post Italia, lancia l’idea di candidare alla presidenza della Repubblica Liliana Segre, la senatrice a vita sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz, che di recente, a 89 anni, è finita sotto scorta alla luce per le minacce ricevute. «È arrivato il momento di proporre Liliana Segre come presidente della Repubblica», ha detto Annunziata aprendo Metamorfosi, il convegno organizzato da Huffpost in collaborazione con Gedi alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, spiegando che l’iniziativa «ha una ragione forte di omaggio a lei, ed è un modo di sottrarre la questione del presidente della Repubblica alla partigianeria e a lotte faziose». «Il presidente della Repubblica – ha aggiunto – non può essere frutto di accordi politici o delle vicende di una legislatura che deve stare per forza insieme per votare un presidente piuttosto che un altro. Come Huffington Post faremo tutto quello che è necessario per sostenere questo: è una via lunga ma è importante lanciare l’idea».
Carlo Verdelli, direttore de la Repubblica, intervenuto allo stesso convegno oggi 11 novembre, ha appoggiato l’iniziativa di Annunziata e si è augurato che «Liliana Segre resista alle pressioni che sta subendo, è una persona pacata, so per certo che sta soffrendo per quello che succede, è turbata. Come abbiamo scritto, riflette se andare avanti con la missione della commissione» su razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio. Verdelli, in merito all’iniziativa di Lucia Annunziata ha dichiarato di sottoscrivere «una proposta alta e nobile, quale quella di candidarla (Liliana Segre, ndr) per sottrarre una carica così importante alla dinamica delle correnti, indicando un simbolo dell’idea che un’altra visione dell’Italia e dell’Europa è possibile».
Ha poi sottolineato che «ha scosso il mondo il fatto che in Italia sia stato ritenuto necessario un servizio di sorveglianza per mettere al riparo una donna così anziana e provata, subissata di minacce e insulti sulla rete. Ogni giorno c’è un atto di antisemitismo – ha concluso Verdelli -. In Danimarca ieri ottanta tombe sono state profanate nel cimitero ebraico: sottovalutarlo è gravissimo».
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