Bolivia, senatrice dell’opposizione nominata presidente ad interim senza quorum

Morales ha definito la nomina di Anez «una autoproclamazione» che costituisce «il golpe più subdolo e nefasto della storia»

La senatrice Jeanine Anez ha assunto l’interim della presidenza della Repubblica della Bolivia, dopo le dimissioni di Evo Morales avvenute il 10 novembre. Anez fa parte del partito di opposizione Unidad democratica (Ud).


La decisione è stata presa nonostante le sedute di Camera e Senato non abbiano raggiunto il quorum a causa dell’assenza dei due terzi dei parlamentari – quelli del Movimento al socialismo (Mas), il partito di Morales.


Secondo quanto affermato da giuristi locali, però, la Costituzione boliviana, prevede che, affinché la rinuncia delle massime cariche dello Stato diventi effettiva, le lettere di dimissioni debbano essere approvate dai due rami del Parlamento.

Il discorso di Anez e le accuse a Morales

Nel suo primo discorso dopo la nomina, Anez ha detto: «Mi impegno ad assumere tutte le iniziative necessarie per pacificare il Paese». «Il popolo boliviano è testimone del fatto che abbiamo fatto tutti gli sforzi necessari per canalizzare la presenza dei parlamentari delle tre forze politiche rappresentate, ma che, tuttavia, i parlamentari del Mas hanno fatto sapere che non sarebbero venuti».

Anez ha anche messo sotto accusa la decisione di Morales di andare in Messico, Paese che gli ha offerto asilo politico dopo i numerosi attacchi dei movimenti golpisti alla sua casa. «Tutti sappiamo che il presidente e il vicepresidente hanno presentato la loro rinuncia abbandonando il Paese ricevendo asilo in Messico», ha detto. «Cosa che costituisce un abbandono delle loro funzioni».

Morales: «Nomina subdola e nefasta»

Morales, di contro, ha definito su Twitter la nomina della senatrice Jeanine Anez «una autoproclamazione» che costituisce «il golpe più subdolo e nefasto della storia».

Dall’esilio in Messico, Morales ha affermato che si tratta di «una senatrice di destra golpista» che «si autoproclama presidente del Senato e presidente ad interim della Repubblica senza quorum legislativo, circondata da un gruppo di complici e protetta da Forze armate e polizia che reprimono il popolo».

Il capo dello Stato dimissionario ha poi sottolineato che «questa autoproclamazione infrange gli art.161,169 e 410 della Costituzione che determinano l’approvazione o il rigetto della rinuncia presidenziale, la successione costituzionale sulle presidenze di Senato e Camera dei Deputati, e la supremazia della Costituzione politica dello Stato».

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