Genova, bimbo disabile discriminato sul bus perché nero: «Me lo togliete da qua?» – L’intervista

«La signora era schifata dal bambino solo perché dalla pelle scura. Una cosa del genere non mi era mai successa», a Open parla la maestra

Cinzia insegna in una scuola elementare di Genova: è una maestra di italiano e storia che ha deciso di rendere pubblico un episodio di razzismo nei confronti di un alunno, un disabile di 8 anni «dalla pelle scura», discriminato sul bus.


Cosa è successo

Tutto è cominciato quando, prendendo un bus urbano, di ritorno da uno spettacolo teatrale, lei – insieme ai suoi 19 alunni – hanno preso posto. Il piccolo si è seduto accanto a una signora di 50 anni che, infastidita dalla sua presenza, ha detto: «Questi qua non pagano nemmeno il biglietto del bus e dobbiamo pagarglielo noi». Poi è andata oltre sbottando: «Me lo potete togliere da qua?».


«Non mi era mai capitato. Pensate che la donna, infastidita, spostava persino le gambe, come se fosse “schifata” dal mio alunno per il colore della sua pelle. Quando ha detto “Me lo togliete da qua?”, io e le mie colleghe siamo rimaste allibite. “Se vuole si alza lei, lui da qui non si sposta!” ha risposto una di noi (erano tre insegnanti, ndr). A quel punto la signora si è alzata e si è seduta accanto ad un’altra mia alunna. Biondina, carnagione chiara, occhi chiari, italiana, e con lei ha conversato allegramente. Strano, no? A quel punto non mi sono trattenuta e le ho detto: “Lei stia da sola”».

I bambini, intanto, hanno capito tutto: «“Quella signora era razzista” ci hanno detto. E ai politici che dicono “a scuola non si fa politica”, io rispondo che ogni azione che facciamo quotidianamente è politica» aggiunge la maestra Cinzia.

In questa storia c’è anche un lieto fine: gli organizzatori dello spettacolo teatrale (a cui erano stati i bambini), appresa la notizia, hanno chiamato la maestra offrendo loro, dunque alla classe e alle relative famiglie, un ingresso al teatro Acropoli di Genova per uno spettacolo a loro dedicato.

Foto in copertina: Pixabay

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