Grande raccordo criminale, c’era Diabolik a capo dell’organizzazione di narcotrafficanti – Il video

Fornivano droga nella maggior parte delle piazze della capitale. E se qualcuno non pagava, interveniva una “batteria” di picchiatori

La Guardia di finanza ha colpito a Roma un’organizzazione criminale capace di distribuire droga su larga scala in tutta la Capitale. Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, è stato scoperto essere a capo dell’organizzazione insieme Fabrizio Fabietti. Alla fine dell’indagine della procura di Roma “Grande raccordo criminale”, oltre 400 finanzieri hanno arrestato 51 persone tra Lazio, Calabria e Sicilia. Lo storico capo ultras della Lazio, ucciso il 7 agosto scorso con un colpo di pistola alla testa nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana, nella Capitale, era comparso tra gli indagati nell’inchiesta della Dda. Ora il ruolo di Diabolik si fa centrale: secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, poteva contare su amicizie importanti, tra cui quella di Michele Senese, punto di riferimento della camorra a Roma. La “batteria ” operava principalmente nella zona di Roma Nord per fornire le piazze di spaccio e recupero credito. Un sistema che poteva vantare anche di una “batteria” di picchiatori, usata per recuperare i soldi di chi non pagava.


Fabietti svolgeva il ruolo di broker del narcotraffico per l’approvvigionamenti di droga ed aveva rapporti con la cosca di ‘ndrangheta Bellocco, i fratelli Emanuele e Leopoldo Cosentino, entrambi destinatari del provvedimento cautelare. «…La devo dà a tutta Roma…», diceva Fabietti, in un’intercettazione recuperata dagli inquirenti. Le indagini, coordinate dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino e dal pm Nadia Plastina, hanno consentito di ricostruire il ruolo di Piscitelli come figura di riferimento nel “controllo” del territorio, e di garanzia e affidabilità dell’associazione, che si avvantaggiava della sua leadership. Dei 51 provvedimenti emessi dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, cinquanta sono misure cautelari in carcere mentre nei confronti di una persona sono stati disposti gli arresti domiciliari.


Video Guardia di Finanza

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