Prescrizione, il Pd vota (per ora) insieme ai 5 Stelle ma li avverte: «Senza accordo, presenteremo una nostra proposta»

La maggioranza vota «no» alla richiesta di urgenza per esaminare la proposta di legge di Forza Italia sulla prescrizione. Italia Viva non partecipa al voto. Zingaretti lancia un aut aut al M5s

Primo round sulla prescrizione: la maggioranza ha retto. Nell’Aula di Montecitorio si votava la ‘richiesta di urgenza’ per votare la proposta di legge in materia di prescrizione presentata da Forza Italia. Ma per la maggioranza dei parlamentari questa urgenza non c’è: 269 hanno votato «no», 219 sì e due astenuti. Il Pd ha votato come il M5s, evitando così lo strappo su un tema così delicato per il governo Conte 2.


Ma il segretario Dem Nicola Zingaretti ha dichiarato: «Senza un accordo dei prossimi giorni, come annunciato dal gruppo parlamentare, il Pd presenterà una sua proposta di legge. Riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulla durata dei processi». Il vice-capogruppo Pd alla Camera, Michele Bordo, è stato ancora più duro: «Riteniamo la riforma Bonafede senza senso e forse incostituzionale».


Il ministro della Giustizia pentastellato non era presente in aula. Ma poco dopo la votazione sul blog delle Stelle è stato ripreso un sondaggio pubblicato sul Fatto Quotidiano, secondo cui «la maggior parte degli italiani – il 57% – è favorevole alla riforma della prescrizione pensata dal ministro Bonafede». A gennaio infatti, dovrebbe entrare in vigore il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Misura che non piace al Pd.

Sono stati invece i deputati di Italia Viva a lanciare oggi un segnale. Non hanno partecipato al voto, motivando poi il gesto in questo modo: «La nuova disciplina della prescrizione di Lega e M5s significa di fatto processi senza fine. Non abbiamo partecipato al voto per non mettere in difficoltà la maggioranza» ha detto Maria Elena Boschi. «Abbiamo deciso dopo aver verificato, numeri alla mano, che questa scelta non avrebbe avuto conseguenze sulla maggioranza», hanno riferito fonti parlamentari.

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