Prescrizione, Di Maio: «Dal 1° gennaio la nostra riforma è legge». Italia Viva pronta a votare con Forza Italia

La riforma della Giustizia targata Bonafede provoca tensione nella maggioranza, come era già successo con la Lega nel governo Conte 1

«La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo»: così il capo politico M5s Luigi Di Maio ha avvertito gli alleati di governo, dai microfoni del Gr1 di Radio Rai. La riforma della giustizia targata Bonafede aveva provocato tensione con la Lega e ora il meccanismo si sta replicando nell’attuale maggioranza: lo scontro è sullo stop della prescrizione dopo il primo grado di giudizio.


«Se il Pd poi vuol votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà», ha aggiunto Di Maio. Il riferimento è alle parole di Matteo Renzi, che sul Messaggero, ha sostenuto: «Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il pdl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla giustizia del mio governo».


Ieri infatti alla Camera, gli esponenti di Italia Viva, non avevano partecipato al voto per accelerare (procedura d’urgenza) la votazione sul progetto di legge di Costa (Forza Italia) sulla prescrizione. Il Pd ha votato insieme al Movimento 5 Stelle, ma poi Zingaretti ha spiegato che serve un nuovo accordo sul tema. Dello stesso parere anche il ministro Roberto Speranza (Leu): «Bisogna trovare una mediazione. C’è bisogno di un sistema di maggiori garanzie perché la durata del processo non sia infinita».

La replica di Marcucci

A stretto giro arriva la replica del presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci che contrattacca: «Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare ora, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni».

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