Unicef, 1 bimbo su 4 in guerra o calamità: nuova raccolta fondi per soccorrere 59 milioni di bambini

La raccolta fondi annunciata è superiore 3,5 volte rispetto al 2010. Un segno dei tempi che corrono

Mai l’infanzia è stata così a rischio a causa di conflitti, malattie e disastri naturali: a lanciare l’allarme è il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) che ha annunciato per il 2020 la più grande raccolta fondi nella sua storia, pari a 4,2 miliardi di dollari.


L’obiettivo è portare aiuto nel corso del 2020 a 59 milioni di bambini in 64 Paesi del mondo, pari quasi all’intera popolazione dell’Italia. La statistica più impressionante è che ben un bambino su quattro al mondo vive in Paesi in guerra o colpiti da disastri naturali.


Le cause e le zone a rischio

«I conflitti restano la causa principale, oltre a fame, malattie infettive ed eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, che costringono altri milioni di persone a cercar aiuti salvavita», ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’Unicef.

Tra i gruppi più a rischio ci sono i rifugiati siriani e le comunità che li ospitano in Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia. Segue lo Yemen dove dale 2015 va avanti una Guerra civile sanguinosa, il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo.

Gli obiettivi

Vaccinazioni contro il morbillo per 8,5 milioni di bambini, migliorare l’accesso ad acqua potabile per 28,4 milioni, curare la malnutrizione acuta grave per 5,1 milioni di bambini: sono alcuni tra gli obiettivi del fondo.

L’ordine degli aiuti stimati dall’Unicef è molto alto e rispecchia la situazione di emergenza: 294,8 milioni di dollari per la Siria e ben 535 milioni di dollari per lo Yemen. Sono invece 864,1 milioni di dollari la stima per gli aiuti ai rifugiati siriani in Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia.

Si parla però anche di educazione, con l’obiettivo di fornire l’accesso all’istruzione a oltre 10 milioni di bambini che attualmente non studiano.

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