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Sprofondo Napoli, Gattuso non ha i superpoteri: la vecchia guardia e il mercato sotto accusa

14 Dicembre 2019 - 22:10 Daniele Miceli
La sconfitta con il Parma, che colpisce anche un palo, inguaia gli azzurri: disastro Insigne e Kolilbaly

Indossa la mimetica con la mappa dei quartieri della città, ci mette tanto impegno, ma il navigatore non indica ancora la via d’uscita dalla crisi. I freddi numeri della cronaca dicono che il Napoli in campionato non vince da otto turni ed è ottavo in classifica col rischio, neanche tanto marginale, di ritrovarsi nono o decimo tra qualche ora. Sono fendenti all’autostima della squadra e alla fiducia dei tifosi, cui non è bastato rivedere un allenatore in tutta (Gattuso si è vestito alla Sarri) per trovare spunti di ottimismo.

Il Napoli che cede in casa al Parma (1-2), in effetti, ne offre pochissimi. Non avrebbe meritato di perdere, va detto, ma gli ospiti non hanno rubato nulla e, in fin dei conti, sono stati addirittura più pericolosi. Hanno colpito all’inizio e alla fine con le loro ripartenze (Kulusevski e Gervinho, anche un palo per lui), sfruttando i vecchi punti di forza di un Napoli che in difesa va oltre l’arcaico concetto di colabrodo.

Il cedimento strutturale della vecchia guardia parte da Koulbaliy (disastroso e infortunato, forse stiramento al bicipite femorale), passando per un centrocampo in cui Allan e Zielinski non ricordano neanche lontanamente i loro fasti in azzurro e Fabian è in regressione. Il peggio, però, arriva dall’attacco dove Milik si conferma il migliore, Mertens (subentrato) positivo, ma la coppia Callejon-Insigne è da insufficienza piena. E non è la prima volta.

Disastro Insigne

Il Capitano, in particolare, rischia di finire (e con lui Adl) in un cubicolo dorato che non fa bene a nessuno. Non era Ancelotti il problema. Certamente non l’unico, o comunque quello principale. Insigne, che si becca le ennesime bordate di fischi della sua gente, continua a peccare di imprecisione. Non vede la porta, divora gol e non ne trova uno su azione dalla prima di campionato. Un periodo storto? Forse, comunque fin troppo prolungato. E prende vigore la sensazione, che poi va letta anche come occasione, che il 24 debba dimostrare di essere un giocatore sopra la media. Il trascinatore che ora non riesce ad essere.

Non resta che attendere gli sviluppi e riprendere un equilibrio perso da tempo. Lunedì c’è l’urna di Champions a catturare l’attenzione, poi sarà decisivo non sbagliare a Reggio contro il Sassuolo e non ciccare, ancora una volta, il calciomercato. Che è un salvagente e un rischio grosso allo stesso tempo.

Foto di copertina Ansa

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