Caos Libia, l’Egitto contro Serraj. In settimana possibile visita di Di Maio a Tripoli

Il Cairo è tra i sostenitori del maresciallo Khalifa Haftar, assieme ai sauditi, agli Emirati e alla Russia, e ha denunciato con forza l’accordo bilaterale tra il governo Sarraj e il principale avversario di Sisi, Erdogan

Giornata di tregua sul fronte militare del conflitto libico, dove non si registrano combattimenti di rilievo dopo il nuovo annuncio di una ‘battaglia finale’ da parte di Khalifa Haftar, ma guerra di dichiarazioni tra i principali attori in campo.


La comunità internazionale è preoccupata, scrive Claudio Accogli su Ansa, i riflettori sono puntati sulla possibile visita in Libia in settimana del ministro degli Esteri Luigi Di Maio per riprendere contatti diretti con i protagonisti libici, nell’ambito di un’azione politica congiunta partorita a Bruxelles dopo la trilaterale Italia-Francia-Germania. Ma la bordata contro Tripoli oggi è arrivata dall’Egitto.


Il governo di unità libico di Fayez al Sarraj «non ha un vero libero arbitrio» perché «è stato preso in ostaggio dalle milizie armate e dai terroristi», ha tuonato infatti il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, secondo cui l’Egitto «ha subito conseguenze negative» dal conflitto in Libia.

La posizione egiziana

Il Cairo, si legge ancora sull’Ansa, è tra i sostenitori del maresciallo Khalifa Haftar, assieme ai sauditi, agli Emirati e alla Russia, e ha denunciato con forza l’accordo bilaterale tra il governo Sarraj e il principale avversario di Sisi, Recep Tayyp Erdogan. Con la Grecia e Cipro ha avvertito sui rischi dell’intesa sui confini marittimi, con la quale Ankara punta a estendere le
trivellazioni.

Mentre i suoi alleati libici dell’est hanno lanciato l’allarme su un accordo militare che presuppone l’arrivo di blindati turchi a Tripoli “presto”. Forse non a caso, l’ambasciata libica al Cairo ha chiuso oggi i battenti «a tempo indefinito» a causa di «ragioni di sicurezza». Secondo alcune indiscrezioni, diversi elementi dello staff diplomatico, a cominciare dall’ambasciatore, avrebbero chiesto di rompere i rapporti con il governo di unità di Sarraj e schierarsi definitivamente con le forze dell’est guidate da Haftar.

Cosa fa Serraj

Sull’altro fronte, Sarraj ha incontrato a Doha nelle ultime 48 ore i rappresentanti turchi, incluso il ministro della Difesa Hulusi Akar, e quelli del Qatar. Doha, attraverso l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani, si è detta pronta a sostenere Tripoli «sia sul piano economico che della sicurezza» per «ripristinare la stabilità» in Libia.

Intanto, riporta ancora l’Ansa, se l’accordo sulla delimitazione dei confini marittimi è stato presentato dalla Turchia all’Onu per ottenerne la registrazione, quello militare è finito sul tavolo del Parlamento di Ankara, che si appresta ad approvarlo. Il testo prevede – se richiesto da Tripoli – l’invio di armi ed equipaggiamenti, e la creazione di una Forza di reazione rapida nella capitale libica. Sarraj è stato ricevuto a Istanbul da Erdogan: appare evidente che gli abbia ribadito la disponibilità all’invio di truppe e mezzi.

In copertina il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. EPA/Philippe Wojazer/Pool

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