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Gli auguri dei leader: albero per i tre del centrodestra, foto e biglietti nel centrosinistra. E Conte… – Il video

25 Dicembre 2019 - 09:30 Redazione
Dal Libano ad Arcore, con letterine e balletti, ecco come i nostri politici augurano buone feste. Ma è il premier a prendersi la scena

Chi si aspettava sorprese dagli auguri di Natale dei leader politici, potrebbe rimanere un po’ deluso. Fatta eccezione per il premier, che dalla visita a Taranto non le ha mandate a dire a chi lo ha punzecchiato su quello scambio di auguri che poteva passare come una «passerella».

Conte ha incontrato i turnisti dell’ex Ilva, i sindacalisti e i residenti di Taranto, dopo l’arrivederci di alcune settimane fa nel pieno della crisi sul futuro dello stabilimento siderurgico. Un appuntamento previsto durante il quale il premier è stato inevitabilmente accompagnato dal classico stuolo di telecamere e microfoni. Insomma, una passerella? Conte ha risposto a muso duro: «Lo diventa se ci siete voi – ha detto ai giornalisti – perciò vi chiedo di non seguirmi, per cortesia». Richiesta difficile da accontentare

Gli auguri dal centrodestra

Giorgia Meloni e Matteo Salvini scelgono la stessa canzone, «Jingle Bells» per fare gli auguri ai loro follower. Salvini balla la hit natalizia scuotendo un orsacchiotto su TikTok mentre la leader di Fratelli d’Italia si limita a un più classico selfie con l’albero di Natale. Meloni fa anche i migliori auguri alle forze dell’ordine che «durante le Feste vegliano sulla nostra sicurezza» e raccomanda a tutti di «mangiare italiano».

Salvini e l’orsacchiotto

Salvini, oltre al video in lip (più o meno) sync su TikTok, pubblica anche come immagine di copertina su Facebook un augurio per un «SANTO» Natale, scrivendo che «L’Europa o è Cristiana o non è Europa».

Le produzione di contenuto social natalizia è abbondante: il leader della Lega pubblica anche una foto della figlia seduta di fronte all’albero di Natale, un paio di selfie in cui si pregusta i tortellini e le immagini della sua visita la mattina della vigilia all’Ospedale del Bambino Buzzi di Milano.

«B» come «Boomer»

Silvio Berlusconi ha pubblicato quattro volte la stessa foto in cui stringe una pallina dell’albero di Natale. Una sul suo feed Instagram, due volte nella sua story e una su Facebook. Se non fosse nato nato nel 1936, il suo atteggiamento potrebbe essere scambiato per quello di un boomer. Il leader di Forza Italia augura «a voi e alle vostre famiglie di trascorrere momenti felici e di realizzare nel prossimo anno i progetti e i sogni che ciascuno porta nella mente e nel cuore».

https://www.instagram.com/p/B6dvDmLKwob/

I buon Natale dal centrosinistra

Più sobrio il leader del Partito Democratico: niente canzoni per Nicola Zingaretti ma una foto di una mensa della carità e quella di un abbraccio con un sostenitore che porta la casacca del sindacato dei lavoratori del legno. «Le giornate di festa sono un momento di gioia per tanti, ma anche di solitudine e tristezza per chi vive in condizioni di fragilità sociale. Per questo nel Lazio mettiamo a disposizione più di 17mila pasti e pacchi alimentari per le persone che si trovano in condizioni di disagio economico», scrive con linguaggio istituzionale.

https://www.instagram.com/p/B6dOf2vFnZP/

Niente foto o video, ma solo un rapido tweet per il commissario europeo Paolo Gentiloni, che lancia un invito a «prendersela comoda».

Di Maio, Natale mediorientale

Festività in trasferta per Luigi Di Maio, che si trovava in Libano all’antivigilia. «Ieri un “dolce” e gradito regalo da parte del Contingente italiano, che per festeggiare il Natale mi ha fatto trovare i mustaccioli anche in Libano. 😁 Grazie, sono tra i miei dolci natalizi preferiti! E ancora buone feste alle nostre donne e ai nostri uomini in uniforme», scrive su Instagram il capo della Farnesina.

Artigianale «Matteo»

Matteo Renzi sceglie di dare un tocco vintage ai suoi auguri, che scrive a penna per poi fotografarli e postarli su Facebook. Nel messaggio ricorda «chi vive il lutto, la separazione, il dolore». Poi firma con un affettuoso – e ormai classico per lui – «Matteo».

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