Coronavirus, lo studente italiano bloccato a Wuhan: «Limitiamo al massimo le uscite»

Sono una ventina gli italiani rimasti nella città dove è scoppiato il focolaio del coronavirus

Sono costretti a restare a Wuhan gli italiani rimasti nella città dove è scoppiato il focolaio del coronavirus. Un gruppo di una ventina, tra i quali uno studente abruzzese, Lorenzo Di Berardino, che ha raccontato cosa sta accadendo nei giorni in cui in Cina si celebra il Capodanno, mentre le autorità hanno imposto il blocco di treni e aerei, isolando circa 41 milioni di persone.


«La città è logicamente ancora bloccata – dice Di Berardino – sia in entrata che in uscita. Ed io e i miei colleghi stiamo limitando al massimo le uscite». Allo stesso tempo Di Berardino rileva la “grande novità” delle ultime ore, ossia l’avviata costruzione di un ospedale che dovrebbe essere completato entro pochi giorni, nelle intenzioni delle autorità.


«Un ospedale interamente dedicato alla cura di questa nuova malattia e dotato di tutte le tecnologie all’avanguardia. Vedremo se si realizzerà, se ci dovessero riuscire sarebbe una grande cosa perché sarebbe l’ennesima contromisura messa in campo dalle autorità cinesi che si stanno adoperando giorno e notte» per fronteggiare l’epidemia, sottolinea Di Berardino.

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