Virus Cina, i casi confermati in Francia salgono a tre: sono i primi in Europa

Cinque, invece, le persone sotto osservazione in Messico, sottoposte a specifiche analisi per rilevare l’eventuale contagio da coronavirus

Sono tre i casi di coronavirus confermati in Francia: si tratta dei primi in Europa. Un caso è a Bordeaux, nel sud-ovest, l’altro a Parigi, un terzo è stato comunicato dal governo francese nella tarda serata. «Il paziente di Bordeaux ha 48 anni – ha detto in tv la ministra della Salute, Agnes Buzyn – è rientrato dalla Cina, dove è passato da Wuhan. Si è fatto visitare ieri. Da ieri è ricoverato in una camera isolata. È stato in contatto con una decina di persone dopo il suo arrivo in Francia».


L’uomo è di «origini cinesi», ma residente in Gironda, la regione di Bordeaux. Si trovava in Cina per motivi professionali. Si sa poco del paziente ricoverato a Parigi, all’ospedale Bichat, a parte il fatto che anche lui è rientrato dalla Cina.


Il terzo caso di coronavirus, si legge in una nota del ministero, «è stato appena confermato e si tratta di un parente stretto di uno degli altri due casi segnalati. I tre pazienti erano stati in Cina e si trovano ora in ospedale a Bordeaux e Parigi, in isolamento».

Messico

Cinque, invece, le persone sotto osservazione in Messico, sottoposte a specifiche analisi per rilevare l’eventuale contagio da coronavirus. Lo riferisce la tv Milenio. La Direzione generale di epidemiologia messicana ha annunciato che l’ultimo caso localizzato è quello di una donna di 28 anni, che risiede a Città del Messico, e che presenta sintomi sospetti dal 19 gennaio, cioè da quando è rientrata da un viaggio a Wuhan.

Gli altri casi riguardano un uomo, una donna e una bambina, di 42, 37 e due anni, a Tepatitlán e di un uomo di 31 anni.

Stati Uniti

Le autorità sanitarie americane hanno confermato il secondo caso di coronavirus negli Stati Uniti. Si tratta di una donna di Chicago tornata dalla città cinese di Wuhan, dove si trova il focolaio dell’infezione. Le persone tenute attualmente sotto controllo negli USA sono 63. I controlli sui casi sospetti, informano i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), sono in corso in 22 stati Usa.

«Crediamo che al momento i rischi immediati per i cittadini americani siano bassi, anche se la situazione si sta evolvendo rapidamente», ha detto la direttrice del Centro nazionale per l’immunizzazione Nancy Messonier. Il primo caso negli Stati Uniti era stato accertato nei giorni scorsi in un ospedale di Seattle, nello stato di Washington.

Italia

Per quanto riguarda i nostri connazionali, l’ambasciata d’Italia a Pechino «è in costante contatto con tutti i connazionali presenti a Wuhan, inclusa la signora Petra Vidali», ed esclude al momento casi di contagio. Lo si legge in una nota, in merito ad alcune indiscrezioni di stampa relative alla studentessa veneta. Tra gli italiani di base a Wuhan, residenti e di passaggio, «non risulta al momento alcun caso di contagio di coronavirus nCOV-2019. La stessa signora Vidali è stata nuovamente interpellata e conferma di stare bene».

Intanto le condizioni della donna ricoverata per sospetto coronavirus sono sotto controllo: «La terapia potrebbe continuarla per bocca, la paziente sta già abbastanza bene. È sfebbrata, ieri sera aveva 37 di temperature e non ci sono complicanze – ha chiarito Gioacchino Angarano, primario di malattie infettive al Policlinico di Bari – Certo, nessuno vieta che abbia due malattie e non una. Ma se sarà confermata esclusivamente solo questa infezione da micoplasma, la terapia la può fare a casa e in 48 ore potrebbe essere dimessa».

I primi esami eseguiti a Bari hanno, già nella serata di ieri, individuato una positività al micoplasma pneumoniae, una specie di batterio che causa la polmonite. «La paziente è tranquilla – ha aggiunto il primario – perché è stata tranquillizzata da noi, ha capito che c’è stata la necessità di attivare l’isolamento e anche in reparto non c’è nessuna preoccupazione».

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