Identità di genere, come funziona il “profilo Alias” per gli studenti transessuali?

L’ultima università ad averlo approvato (sia per gli studenti che per i docenti) è l’Università di Pisa. In Italia esistono tutele simili in circa la metà delle università pubbliche

Anche l’Università di Pisa si aggiunge alla lista di atenei italiani dove gli studenti transessuali possono richiedere la carriera ‘Alias’: un piccolo accorgimento burocratico che però fa una grande differenza per gli studenti in transizione e che tutela ulteriormente l’identità di genere di tutti gli studenti.


Come funziona la “carriera alias”

D’ora in avanti per attivare la carriera alias gli studenti dell’ateneo toscano dovranno semplicemente sottoscrivere un accordo di riservatezza con l’università. Non sarà più necessario quindi presentare alcuna certificazione medica: lo studente riceverà automaticamente un’identità provvisoria con cui potrà ottenere nuovi documenti, come il libretto universitario, o ache un nuovo account di posta elettronica.


Misure simili a quelle adottati da altri atenei che permettono agli studenti di attivare gratuitamente un nuovo profilo burocratico, valido esclusivamente all’interno dell’ateneo e non estendibile a documenti ufficiali. Altra cosa ancora è il doppio libretto che invece «affianca a una documentazione con il nome anagrafico una con il nome scelto».

L’obiettivo, a Pisa come altrove, è limitare (ed evitare) che ci possano essere episodi di discriminazione e stigmatizzazione in ambito universitario per studenti costretti a “giustificare” continuamente la propria identità di genere. Nel caso dell’università toscana, la tutela sarà estesa a tutti e tutte coloro che operano nelle strutture dell’Ateneo, inclusi i docenti. Fatto più raro nel contesto nazionale dove su 68 atenei pubblici, solo 5 offrono la possibilità ai docenti di insegnare usufruendo della carriera alias (dati aggiornati a giugno 2018).

In Italia quasi la metà degli atenei pubblici offrono la carriera alias

Il primo ateneo italiano a dare la possibilità ai suoi studenti in transizione la possibilità di adottare un “alias” è stata l’Università di Torino nel 2003, seguita dall’Università di Bologna e la Federico II di Napoli. Hanno seguito i loro passi università in tutto il Paese, da Palermo a Padova, passando per Catania, Bari, Verona, Trento, Pavia, Urbino, Siena e Milano (Bicocca, Statale e il Politecnico).

Secondo il sito universitrans.it, su 68 atenei pubblici, 32 offrono la possibilità agli studenti di iscriversi con la carriera alias. Anche l’Università La Sapienza di Roma, il più grande ateneo d’Europa, nel settembre del 2018 ha approvato la proposta del libretto alle persone transessuali. Per richiedere lo strumenti adesso gli studenti possono andare sul sito dell’ateneo e scaricare un modulo, a cui può seguire un colloquio.

Foto di copertinaTim Mossholder on Unsplash

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