Coronavirus, picco record di morti a Wuhan. I casi sospetti in Italia. Cosa prevede il piano Borrelli

Il commissario nominato dal governo per affrontare lo stato d’emergenza sanitaria potrà requisire hotel per ospitare centinaia di turisti cinesi in attesa di rimpatrio

Sale a 259 morti, con oltre 11 mila contagiati l’ultimo bilancio ufficiale da Pechino sull’epidemia di Coronavirus. Il precedente bilancio del 31 gennaio, contava 213 morti e duemila contagiati. 46 decessi delle ultime ore, ha precisato la Commissione sanitaria nazionale cinese, sono avvenuti nella provincia di Hubei, epicentro del focolaio ormai diffuso in tutto il mondo. È il bollettino più grave da quando è scoppiata l’epidemia. I contagi diagnosticati nelle 24 ore sono stati 2102, e hanno portato il totale nazionale a 11.791. E questo nonostante le restrizioni senza precedenti imposte la scorsa settimana a milioni di persone in Hubei e le misure preventive severissime adottate in altre parti del Paese.


Gli ultimi casi sospetti in Italia

Finora sono quattro i casi sospetti in attesa degli esiti degli esami in Italia, oltre ai 12 ricoverati allo Spallanzani sono osservazione, e i due casi confermati dei due turisti cinesi. In Puglia il terzo caso da quando è iniziata l’epidemia in Cina, una donna di 43 anni residente a Ruffano, in provincia di Lecce, rientrata da Wuhan lo scorso 18 gennaio. La donna è arrivata all’ospedale Vito Fazi di Lecce con febbre, tosse e difficoltà respiratorie. È stata poi trasportata al Policlinico di Bari e si attendono i risultati dei tamponi dallo Spallanzani di Roma. Ieri, nel pomeriggio, a Teramo sono stati ricoverati due cittadini cinesi residenti nella provincia abruzzese. I due erano da poco rientrati dalla Cina.


A L’Aquila nella serata del 31 gennaio, un bambino cinese di 5 anni è stato ricoverato in isolamento nel reparto malattie infettive dell’ospedale San Salvatore. Dai primi test, il bambino è risultato positivo al virus influenzale. Ma in via precauzionale, fonti della Asl provinciale aquilana comunicano che sono stati inviati i prelievi allo Spallazani di Roma. Una verifica resa necessaria visto che il padre del bambino è tornato nelle scorse settimane dalla Cina.

Allarme rientrato in Valle d’Aosta, dove è risultato negativo il test per coronavirus per una bambina di sei anni proveniente da Hong Kong, in vacanza con i genitori a Champaluc. I risultati delle analisi sui tamponi faringei sono arrivati verso le 22.30 di ieri. La famiglia, rimasta in isolamento in albergo, potrà quindi ripartire oggi, come da programma. Aveva lasciato Honk Hong il 21 gennaio scorso e poi aveva fatto tappa a Londra (il padre è inglese) prima di arrivare a Milano in aereo, e quindi in Valle d’Aosta, il 27 gennaio. I sintomi influenzali erano comparsi ieri, giovedì 30 gennaio. Già stamane il pediatra aveva riscontrato l’assenza di febbre.

Il piano Borrelli: come funziona lo stato di emergenza sanitaria

L’emergenza Coronavirus finisce nelle mani del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. Sarà lui, in qualità di Commissario straordinario a definire gli interventi, coordinare le varie amministrazioni coinvolte e gestire i 5 milioni di euro stanziati dal Consiglio dei ministri. In analogia a quanto accadde nel 2003 con la Sars, quando fu Guido Bertolaso ad essere nominato commissario.

I primi dettagli emersi sul piano del commissario Borrelli prevedono, per esempio, la possibilità di requisire hotel o strutture ricettive per sistemare le centinaia di turisti cinesi presenti nel nostro paese e che devono essere rimpatriati visto il blocco dei voli. Sono tanti i pezzi di Stato in campo nella partita per contrastare la diffusione del virus: ministeri, enti, Regioni, Asl. Il Commissario dovrà tirare le fila, raccordare i soggetti coinvolti ed attuare le necessarie sinergie perché tutto funzioni al meglio.

Borrelli potrà inoltre agire in deroga alle norme per realizzare celermente le misure che saranno decise. Nelle prossime ore sarà firmata un’ordinanza contenente la sua nomina, l’indicazione della struttura commissariale che lo supporterà, lo stanziamento dei 5 milioni per la prima fase dell’emergenza e la definizione dei tempi di presentazione del Piano d’intervento che prevederà le misure specifiche da adottare.

Un piano che interesserà diversi ambiti. Uno dei problemi emergenti, ad esempio, è il rimpatrio delle migliaia di cinesi che si trovano in Italia e non possono tornare a casa per lo stop dei voli. L’ordinanza nominerà soggetto attuatore Enac e Farnesina, in modo che si potrà lavorare ad un programma di partenze per la Cina, quando sarà il momento. Ed intanto gestire l’ospitalità dei cittadini cinesi: soltanto negli aeroporti romani ce ne sarebbero 500 bloccati. Per questo si sta ragionando sull’ipotesi di requisire gli alberghi.

Dovranno poi essere decise le modalità con cui fare i controlli in porti, stazioni ed aeroporti e le aree nei terminal da dedicare agli screening sanitari; l’eventuale blocco di voli da altri Paesi, le regole da seguire quando arrivano passeggeri dalla Cina e anche per chi fa scali intermedi. Il piano dovrebbe prevedere anche l’adozione di sistemi di protezione individuale per tutti gli operatori di sanità che hanno a che fare con l’emergenza e una più completa informazione da parte delle autorità sanitarie a tutti quelle istituzioni e aziende che erogano servizi e che sono a diretto contatto con il pubblico: dalle ferrovie alle poste e ai trasporti pubblici locali, dai vigili del fuoco alle forze di polizia.

Per quanto riguarda Regioni e Asl, saranno chiamate ad individuare gli ospedali che diventeranno il presidio per le situazioni di emergenza, mentre lo Spallanzani resta il centro di riferimento. Come avvenuto nel 2003 per la Sars, i fondi stanziati serviranno anche ad attivare nuovi medici e personale infermieristico, nonchè ad adeguare e potenziare le strutture dedicate alle malattie infettive.

I contagiati in Brasile

Il ministero della Sanità del Brasile ha annunciato oggi che il numero di persone sotto osservazione per aver presentato sintomi di un possibile contagio da coronavirus nel paese è passato da 9 a 12. In una conferenza stampa, il responsabile del dipartimento di Vigilanza Sanitaria, Wanderson de Oliveira, ha detto che la maggior parte dei casi sospetti (7) è stata scoperta nello Stato di San Paolo, il più popoloso del Brasile, mentre si registrano due casi in quello di Rio Grande do Sul e uno a testa in Cearà, Paranà e Santa Catarina.

Precedentemente si era parlato di un possibile 13/o caso, nello Stato di Minas Gerais, ma il responsabile del ministero della Sanità ha puntualizzato che le analisi effettuate sul paziente hanno confermato che non è stato contagiato dalla nuova forma di coronavirus, che si sta velocemente diffondendo a partire dalla Cina.

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