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Di Maio, blitz a sorpresa a Tripoli: vertice con al-Sarraj. Il ministro: «L’Italia sarà determinante»

12 Febbraio 2020 - 14:26 Alessandro Parodi
Il titolare della Farnesina ha raggiunto il Paese dalla Macedonia dove si era recato in visita ufficiale ieri

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è atterrato a Tripoli, una visita non annunciata alla Libia del titolare della Farnesina che ha raggiunto il Paese dalla Macedonia dove si era recato ieri. Durante la sua visita a sorpresa a Tripoli, Di Maio incontrerà il premier del governo libico Fayez al-Sarraj e il ministro dell’Interno del Gna, Fathi Bashaga.

L’ex capo politico dei 5 Stelle è il primo ministro degli esteri Ue a visitare la Libia dopo la conferenza di Berlino ed è la seconda volta di Di Maio in Libia. Nelle ultime settimane il capo della diplomazia italiana è stato in Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il premier libico Fayez al-Sarraj

Il ministro: «L’Italia sarà determinante»

«Continuiamo a lavorare – ha scritto Di Maio su Facebook – per il rispetto dell’embargo sulle armi e per portare le parti a un cessate il fuoco permanente. La comunità internazionale oggi davanti a sé ha molti dubbi e una certezza, che i bombardamenti del 2011 furono un errore imperdonabile, tanto che ne stiamo ancora pagando le conseguenze».

«Ma ora è arrivato il momento di dare un segnale diverso – spiega il ministro degli Esteri – L’Italia sarà determinante in ogni scelta europea. Nessuno come noi conosce la Libia, nessuno come l’Italia ce l’ha a poche centinaia di chilometri dalle proprie coste. C’è un rischio terrorismo che non possiamo sottovalutare, Paesi che ignorano la pace e che continuano ad armare le parti sul terreno. Non possiamo accettarlo».

«Stiamo avendo un approccio inclusivo – scrive ancora Di Maio -coinvolgendo tutte le municipalità libiche e dialogando con tutte le realtà. L’obiettivo è ristabilire le adeguate condizioni di sicurezza affinché le nostre imprese possano anche tornare ad investire. Non è una strada, è la strada. Quella del buon senso e di chi ha davvero a cuore il destino del popolo libico e la sicurezza dei suoi cittadini».

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