Quanti sono i “responsabili” che potrebbero salvare il governo?

La conta è ancora con numeri ridotti. Eppure basta un piccolo gruppo per salvare il governo giallo rosso

Rimbalzano nomi tra tam tam telefonici e agenzie di stampa, eppure nessuno che si dica “colpevole” di voler sostenere il premier Giuseppe Conte e il suo esecutivo mentre, nel frattempo, continuano le frizioni tra lui e Matteo Renzi, leader di Italia Viva. A fare le spese degli interrogatori delle ultime ore – riportati da Ansa e da Huffington Post – sembrerebbero essere gli zoccoli duri di Forza Italia. A cominciare dal senatore Roberto Berardi che nonostante le accuse imputate ha annunciato: «Quello che posso dire è che io sono responsabile solo di quello che dico e di quello che faccio e, ad oggi, non ho rilasciato nessuna dichiarazione in tal senso e non ho cambiato gruppo parlamentare. La responsabilità è una cosa seria. Forse saremmo più responsabili se tornassimo alle urne invece di tenere in vita un governo che non rispetta più la maggioranza degli italiani e che blocca una nazione intera per meri giochi di palazzo».


«Sono come il maggiordomo nei gialli che è colpevole, un po’ per la mia democristianità, ma io sono innocente. Anche perché una operazione del genere, con dei nuovi “responsabili” non avrebbe alcuna prospettiva», dice all’Ansa Andrea Causin, senatore di FI, indicato da alcuni media come uno dei senatori pronti a venire in soccorso del governo Conte 2. «Ammesso che ci possa essere un gruppo di responsabili con una idea condivisa, cosa non vera – ragiona al telefono Causin – ebbene, non avrebbe alcuna prospettiva politica». Nessuna ammissione da parte dell’azzurro Andrea Cangini che esclude nel modo «più categorico» di essere uno di coloro che, sotto traccia, starebbe lavorando per salvare Palazzo Madama: «L’unico nostro obbiettivo è rafforzare e rendere credibile l’area cosiddetta moderata di un centrodestra di governo», ha detto.


«Ho troppa stima per i nostri senatori, e ritengo impossibile che qualcuno di loro si accinga a sostenere il blocco della prescrizione, il reddito di cittadinanza, l’abolizione dei contratti a tempo determinato, misure incompatibili col nostro dna liberale», ha dichiarato poi la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini. Impassibile e fermo sulle sue posizioni anche il senatore di FI Massimo Mallegni: «Dal ’94 sono in Forza Italia e sono sempre stato coerente: non potrei mai identificarmi con un governo che, sia come Conte 1 che come Conte 2, mi vede orgogliosamente all’opposizione». E avverte: «Se insistono con questa storia dei “responsabili” li querelo perché mi sento diffamato».

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