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Bologna, l’università e la città in piazza per Patrick Zaki. La sorella: «É meraviglioso» – Foto e video

17 Febbraio 2020 - 20:17 Cristin Cappelletti
«Patrick è nostro studente, nostro cittadino e nostro compagno», ha dichiarato il rettore dell'Alma Mater Francesco Ubertini

Sarà una settimana cruciale per Patrick George Zaki, lo studente dell’università di Bologna arrestato in Egitto lo scorso 8 febbraio. Dopo che sabato il tribunale di Mansura ha respinto il ricorso dei legali del 27enne, negando la sua scarcerazione, ora bisogna aspettare l’udienza del prossimo 22 febbraio quando i giudici egiziani decideranno se prorogare o meno di altri 15 giorni la custodia cautelare in carcere.

«É meraviglioso», dice a Open la sorella di Patrick, Marise. «Sapeva che Bologna si stava muovendo, ma non si immaginava che il supporto sarebbe stato così grande e numeroso». Sull’udienza prevista per il 22 la sorella 23enne dice di non aver ancora avuto modo di incontrarlo: «Purtroppo sabato scorso non ho potuto vedere mio fratello, spero di avere l’opportunità di vedere come sta giovedì».

E mentre la diplomazia continua a muoversi a livello internazionale, l’università di Bologna ha deciso di scendere nuovamente in piazza per chiedere la scarcerazione del suo studente. Nel tardo pomeriggio un corteo di migliaia di persone ha sfilato dalla zona universitaria a Piazza Maggiore dove, sotto allo striscione dedicato a Giulio Regeni, rappresentanti degli studenti, il sindaco Virginio Merola e il rettore Francesco Ubertini sono intervenuti per sostenere Patrick.

Ma non solo Bologna. Iniziative pubbliche di solidarietà si sono svolte in contemporanea nelle università di Granada e Oviedo (Spagna), di Utrecht (Olanda), Lodz (Polonia), York (Regno Unito), Central European University (Ungheria).

I sette atenei che collaborano al master Erasmus Mundus in Studi di genere e delle donne si sono uniti quindi «in un grande evento europeo aperto a tutti per manifestare solidarietà a Patrick Zaky, chiedendo con forza che i suoi diritti vengano rispettati e che possa tornare al più presto a frequentare le aule universitarie».

Durante tutto il corteo i manifestanti hanno richiesto risposte sulla morte del ricercatore italiano e sull’incarcerazione del 27enne egiziano al grido di :«Per Giulio, per Patrick, Libertà»

«Patrick è nostro studente, nostro cittadino e nostro compagno. Vuole tornare a studiare, a frequentate i corsi che sono evidentemente riusciti a promuovere la conoscenza e analizzare la complessità. A Patrick diciamo: “Non sei e non sarai mai solo”», ha detto il rettore Ubertini da Piazza Maggiore.

«Lo spessore, la capacità, la statura di una città si vede quando è il momento di alzarsi in piedi. Grazie Bologna», dice il sindaco della città Virginio Merola. «Vorrei dire ai governanti dell’Egitto e in particolare al popolo egiziano: la cosa principale che ci dice l’esperienza di Bologna ,una città che ha vissuto delle stragi, è che non si sconfigge il terrorismo negando la libertà di opinione e i diritti umani».

«Non ci arrenderemo. Aspettiamo l’udienza del 22», dice ancora il sindaco. Gli studenti di Bologna sono cittadini bolognesi.

«Non è possibile per vendere qualche neve o armamento passare sopra la libertà personale. L’Europa è questo o un’ammucchiata di Stati inutili. Gli daremo la cittadinanza onoraria quando tornerà con noi, assicura. Nel frattempo ai governi europei e italiano diciamo: se necessario ritirate gli ambasciatori. Questo riguarda la coerenza del futuro dell’Europa».

Sul palco anche un portavoce del cardinale di Bologna, Matteo Maria Zuppi: «La chiesa si riconosce nella promozione dei diritti umani fondamentali come base del bene comune».

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