Coronavirus, Piero Angela: «Non ho paura, ma è una cosa seria. Non cambio vita: ma seguirò le indicazioni degli esperti»

Il famoso divulgatore invita ad avere prudenza senza per questo mettere a repentaglio il proprio stile di ivta

«La cosa personalmente non mi spaventa, non mi fa paura. Anche se penso che sia una cosa seria». Piero Angela, il divulgatore scientifico più celebre e longevo della tv – suoi i programmi come Super Quark e La macchina meravigliosa -, parla dell’epidemia che sta investendo parte del mondo e che, in questo momento, sta mettendo a dura prova l’Italia: quella del Coronavirus. Sulle pagine de la Repubblica oggi, 25 febbraio, spiega che in passato non gli era mai capitato «nulla del genere, che sembra di vivere «in un film di fantascienza. Dice che, in qualche modo, la malattia sta incidendo anche sul suo stile di vita – «la chiusura delle università torinesi ha fatto saltare un incontro cui avrei dovuto partecipare nei prossimi giorni». Con fare ottimista, però, non rinuncerà a viaggiare. «D’ora in poi lo farò seguendo le indicazione delle autorità sanitarie: se mi dicono di indossare mascherina e guanti lo farò. Non posso giudicare se sono misure eccessive o no, mi fido di quello che dicono gli esperti. Penso si debbano rispettare le raccomandazioni che arrivano dagli esperti. Poi forse un giorno, quando sarà finito, diremo col senno del poi: erano eccessive. Ma col senno del poi sono buoni tutti».


Sul fatto che anche tra gli scienziati ci siano opinioni discordanti, Angela risponde: «Da giornalista ascolterei tutte le fonti più autorevoli per poi fare una sintesi. Da privato cittadino mi regolo con prudenza. Può darsi abbia ragione lo scienziato che dice che questa è un’infezione appena più grave di un’influenza, ma se poi non è così? Possiamo anche dire che ci sia un eccesso di cautela, ma capisco anche coloro che hanno il compito di decidere della salute pubblica: se succede qualcosa sono loro a ricevere l’avviso di garanzia». E se gli si chiede un risvolto positivo della faccenda, non ha dubbi: «L’80% dei contagiati guarisce senza dovere ricorrere a cure particolari. Soprattutto i più giovani. Ripeto: è una cosa seria, ma, in attesa di un vaccino, le cure ci sono e nella maggior parte dei casi funzionano».


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