Zuckerberg cede alle proteste dei dipendenti di Facebook e promette di rivedere le regole

Dopo una settimana di scontri coi dipendenti, Zuckerberg fa un passo indietro e promette la revisione delle regole: «Rivedremo le opzioni per la gestione di contenuti che violano la policy, superando la scelta binaria di lasciarli o rimuoverli»

Il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato una revisione della policy della piattaforma dopo le proteste dei dipendenti relative alla gestione dei post pubblicati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La scintilla dello scontro interno con i dipendenti del colosso social è scoccata nel momento in cui gli stessi contenuti pubblicati dal capo della Casa Bianca su un altro social (Twitter) sono stati etichettati dalla compagnia fondata da Jack Dorsey come «disinformativi» o «inneggianti alla violenza».


Una scelta, quella di Twitter, frutto della messa in atto della regole d’uso della piattaforma stessa che prevedono, in caso di ripetute violazioni della policy, anche la sospensione dell’account. Posto che Facebook e Twitter sono due social network con delle policy molto simili a cui seguono “pene” simili, la differenza in questo caso particolare si è acuita sulle modalità di gestione di identici contenuti: Twitter ha applicato “etichette” e limitazioni parziali (permettendo la lettura dei tweet in quanto di pubblico interesse, trattandosi comunque del presidente degli Stati Uniti), Facebook invece no.


La rivolta dei dipendenti di Facebook e il passo indietro di Zuckerberg

E da qui è scoppiata la rivolta interna di molti dipendenti di Facebook che hanno accusato Zuckerberg di non applicare le regole sulla sua stessa piattaforma, di violare i valori aziendali, continuando a «trovare scuse» e trattando in modo «discriminatorio» gli utenti del social perché, in questo caso, si sarebbe trattava di dover “etichettare” il presidente degli Stati Uniti d’America, non oscurando un suo messaggio sulle proteste relative all’omicidio di George Floyd inneggiante alla violenza (il presidente ha scritto post come: «quando iniziano i saccheggi, iniziano gli spari»). 

E dopo giorni di tumulti interni (e scetticismi esterni), in un post, Zuckerberg si è detto consapevole che molti dipendenti si sarebbero aspettati che «Facebook etichettasse i post del presidente» Trump. Dunque, dopo giorni in cui la posizione del Ceo di Facebook sembrava essere irremovibile, Zuckerberg ha comunicato l’intenzione di «rivedere le politiche che consentono la discussione e le minacce dell’uso della forza da parte dello Stato, per vedere se ci sono correzioni da adottare». 

«Rivedremo – assicura Zuckerberg – le possibili opzioni per la gestione di contenuti che violano, o violano in parte la policy, superando la scelta binaria di lasciarli o rimuoverli». E nel suo comunicato, il Ceo di Facebook ha concluso con un messaggio rivolto alla comunità nera: «Io sono con voi. Le vostre vite contano. Black Lives Matter». 

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